La battaglia di Bannockburn e l'indipendenza della Scozia

La battaglia di Bannockburn e l’indipendenza della Scozia

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La battaglia di Bannockburn fu lo scontro risolutivo nella guerra che portò all’indipendenza della Scozia dal trono inglese. Un evento decisivo non solo per le sorti delle due grandi nazioni della Britannia, ma anche per la storia militare. Gli Inglesi, sonoramente sconfitti, dopo la battaglia fecero un profondo esame di coscienza che li portò a rivoluzionare la loro strategia militare. L’era del dominio incontrastato della cavalleria pesante stava finendo, e la fanteria stava riconquistando il suo primato col ferro ed il sangue.

La Scozia

È  errore comune dell’italiano quello di indicare con il termine “Inghilterra” l’intera isola britannica e non unicamente la regione centro meridionale. La Britannia, (usiamo qui il termine romano), è infatti formata da diverse regioni e popoli diversi. Ad ovest si trova la regione montuosa del Galles, mentre solo la parte centro meridionale – un tempo la più ricca – è l’Inghilterra propriamente detta. Conquistata da Guglielmo il Conquistatore nel 1066 e da quel momento in poi potenza dominante della regione. Oltre il Vallo di Adriano si trova invece un territorio poco ricco di materie prime, aspro e abitato da gente rude e indomita. Territori mai piegatisi al volere di Roma, visto anche lo scarso interesse dell’Impero per queste terre semideserte, qui vivevano i Pitti e gli Scoti, da cui prende il nome di Scozia.

Da sempre mira dei sovrani Inglesi, gli Scozzesi dovettero più volte difendersi dagli attacchi provenienti dall’Inghilterra. Eppure non fu col ferro che la corona inglese conquistò quella scozzese, ma con la diplomazia. Quando, in seguito all’ennesima crisi dinastica, la Scozia si ritrovò senza un re, i suoi nobili, litigiosi e divisi fra origine normanna, gallese, scota o scozzese, si rivolsero a Edoardo I d’Inghilterra.

Lotta per l’indipendenza

Il re inglese non desiderava però aiutare i nobili scozzesi ad eleggere un nuovo re, ma prese per sé la corona, affiancato da numerosi aristocratici filoinglesi che possedevano ampi latifondi anche in Inghilterra. Questa situazione portò alla prima insurrezione scozzese, che vide il famosissimo William Wallace come protagonista. Si, quel William Wallace aka Mel Gibson di Braveheart. Per farla breve, se ricordate il film, andò più o meno (terribile da dire per uno storico) così. Grande differenza era che gli Scozzesi al tempo non indossavano il kilt, essendo stato inventato da un quacchero inglese nel ‘700.  

Sedata la rivolta e barbaramente ucciso Wallace, ad ereditare la fiamma della rivolta e dell’indipendenza fu Robert Bruce. Quella dei Bruce era una nobile famiglia scozzese di antiche origini che poteva vantare nei suoi avi anche un re di Scozia. Bruce inizialmente aveva militato a fianco del sovrano inglese e aveva combattuto a Falkirk, (la battaglia dove Wallace perse), a fianco degli invasori. [Proprio come nel film]

La battaglia di Bannockburn e l'indipendenza della Scozia
Re Robert Bruce con il caratteristico stemma araldico: un leone rosso in campo d’orato.

Compresi i suoi errori e sollevatosi contro il dominio dispotico inglese, Robert iniziò una violenta guerriglia contro le forze d’occupazione nemiche. Agendo indisturbato sul territorio, l’autoproclamatosi re di Scozia riuscì a conquistare un pezzo del regno alla volta, finché non obbligò gli Inglesi ad agire con mano ferrea.

Le forze in campo

Nel 1314 Edoardo II, che intanto era succeduto al padre, si mosse con un grande esercito verso nord. Al suo comando aveva 2.000 cavalieri nobili, addestrati fin da giovanissimi alla guerra, insieme a 25.000 fanti ed arcieri. In quel tempo l’arte della guerra era prettamente un affare degli aristocratici, ed era uso comune per  i regnanti quello di considerare come forze effettive per la battaglia solo la cavalleria pesante. Una deformazione, questa, ingiustificata, visto anche che più volte la fanteria, se ben organizzata e disciplinata, aveva resistito alle cariche di cavalleria. Come avevano già dimostrato i fanti comunali nella battaglia di Legnano o gli Scozzesi di Wallace a Stirling bridge.

Al suo comando Robert Bruce aveva poco più di 6.000 fanti, 500 cavalieri armati alla leggera e 2.000 guerrieri dei clan delle Highlands. Al contrario di re Edoardo, il nerbo dell’esercito del re di Scozia era la fanteria pesante. Addestrati ad assumere la formazione dello Schiltron, dell’istrice, i fanti scozzesi combattevano in strette falangi con mezze picche o lance lunghe sui 4 m. Una formazione molto simile alla falange macedone che aveva permesso ad Alessandro Magno di conquistare l’Impero Persiano. Nella formazione a schiltron le forze scozzesi si schieravano in cerchio o in quadrati ferrati – come faranno i Lanzichenecchi e gli Svizzeri nel ‘500 – attendendo la carica della cavalleria che si sarebbe schiantata su un muro di picche.

La battaglia di Bannockburn e l'indipendenza della Scozia
A sinistra si possono vedere i fanti scozzesi schierati ad istrice, mentre a destra la cavalleria inglese alla carica.

La battaglia di Bannockburn

La battaglia ebbe inizio il 23 giugno 1314. Re Robert, intento ad assediare il castello di Stirling, non appena seppe dell’arrivo delle forze inglesi, occupò la via principale. Schierò di conseguenza la fanteria sulla strada, mentre a difendere i lati della formazione ci pensavano il terreno paludoso ed ill fiume Bannockburn. Edoardo II, ragionò con la calssica mentalità di un nobile del XIV secolo, e diede ordine alla cavalleria pesante di caricare il nemico frontalmente. Allo stesso tempo ordinò una manovra d’aggiramento sul fianco sinistro scozzese. Mentre una parte dell’avanguardia caricava frontalmente, altri cavalieri attraversavano il Bannockburn per attaccare da tergo il nemico.

L’assalto della cavalleria pesante su un terreno fangoso, contro formazioni ben compatte e serrate di fanti armati di lance lunghe, fu una strage. I fanti scozzesi infatti non sbandarono, come Edoardo II si aspettava, mentre i suoi cavalieri, impantanati nel fango del terreno paludoso, venivano trascinati a terra ed uccisi dai guerrieri di Bruce. La battaglia non si prolungò per molto, con gli Scozzesi nettamente vincitori del campo.

Non scoraggiato, Edoardo II si accampò li vicino, pronto a dare di nuovo battaglia il giorno dopo. Il 24 giugno infatti, schierata di nuovo la cavalleria alla testa del suo esercito, il sovrano inglese diede di nuovo ordine di caricare le formazioni nemiche. Questa volta Bruce aveva disposto i suoi uomini diversamente, il fianco destro era infatti difeso dal fiume Bannockburn mentre il sinistro da una chiesa e dal terreno paludoso.

La battaglia di Bannockburn e l'indipendenza della Scozia

La cavalleria inglese, rallentata dal terreno, si schiantò sugli istrici scozzesi, che resistettero tenacemente. I cavalli inglesi, benché addestrati alla guerra, non si lanciavano volentieri in mezzo alla massa di lance e lame dei fanti nemici, e spesso si impennavano disarcionando i cavalieri che finivano alla mercé dei plebei armati di coltellacci e mazze. Più di 700 nobili inglesi vennero ammazzati o catturati come prigionieri sul campo di Bannockburn. Gli arcieri inglesi, che si erano portati avanti sulla destra per colpire le formazioni degli schiltron scozzesi, vennero caricati e dispersi dalla cavalleria leggera di Bruce, che fino a quel momento era rimasta in disparte.

Dopo la battaglia

La vittoria scozzese fu totale. Padroni del campo, gli uomini di Bruce, dopo aver resistito alla carica di cavalleria, si lanciarono al contrattacco finendo le sfiancate forze di Edoardo II. Mentre l’esercito inglese era in fuga, gli Scozzesi assaltarono e saccheggiarono pure il campo nemico. La sconfitta inglese fu brutale e segnò la fine del loro dominio sulla Scozia, per ora.

La battaglia di Bannockburn e l'indipendenza della Scozia
Fanteria scozzese combatte contro un cavaliere inglese.

La guerra continuò senza scontri decisivi per altri nove anni, e solo nel 1323 si giunse alla pace. Re Edoardo II riconosceva Robert Bruce come Re di una Scozia libera e indipendente. Altra conseguenza importante fu che a Bannockurn gli inglesi scoprirono che la cavalleria, benché pesantemente armata e ben addestrata, non poteva avere la meglio su formazioni di fanteria ben disciplinate ed armate di lancia o picca. Grazie a questa lezione i cavalieri inglesi iniziarono a non disdegnare il combattimento appiedato, a fianco di quella plebe e quei fanti che li avevano sanguinariamente sconfitti.

Durante la guerra dei Cent’anni gli Inglesi seppero vincere, proprio grazie a questi insegnamenti, sul fior fiore della migliore cavalleria d’Europa: quella francese. Bannockburn fu dunque un punto di svolta importante non solo per la storia delle isole britanniche, per la Scozia o l’Inghilterra, ma anche per quella militare. A celebrare l’eroico sforzo del popolo scozzese e di Robert Bruce è da poco apparsa una pellicola cinematografica di Netflix, chiamata Outlaw King. La ricostruzione storica, come accade spesso nei film “storici”, lascia a volte lo spazio alla trama e alla resa cinematografica. Ciò non toglie che il risultato finale sia piacevole e che molti elementi del tempo siano stati resi al meglio. Fra questi le reiterate cariche di cavalieri pesanti inglesi contro formazioni di fanti scozzesi con lance lunghe, ed è per questo che vi consiglio la visione di questo film.

(di Fausto Andrea Marconi)

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