Risorgimento: Barbero contro le bufale su Fenestrelle

Risorgimento: Barbero contro le bufale su Fenestrelle

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La vicenda del Forte di Fenestrelle, complesso fortificato localizzato in Val Chisone in Piemonte, ha sempre rappresentato un tema piuttosto ostico nello studio della Storia Risorgimentale.

Si può benissimo dire che Fenestrelle, assieme ai fatti di Pontelandolfo e Casalduni e allo sbarco dei Mille, sia una delle vicende storiche più affrontate quanto dibattute dal filone revisionista, neoborbonico ma non solo, della storiografia risorgimentale.

Si è cercato sostanzialmente di creare un mito favorevole a tale storiografia e alle proprie tesi, un mito in cui Fenestrelle venisse dipinta come “tragedia del popolo meridionale ad opera del cattivo nordista sabaudo”, e quindi compiendo una revisione dei fatti storici al fine di presentare determinate tesi fittizie come inequivocabili.

Alessandro Barbero, storico specializzato sulla storia del Medioevo, riesce con un grande quanto preciso lavoro d’archivio a smontare talune bufale circolanti nell’ambiente neoborbonico sull’argomento Fenestrelle, e il tutto è raccolto nella sua opera “I prigionieri dei Savoia. La vera storia della congiura di Fenestrelle”.

Barbero nel suo libro nega nella maniera più assoluta ogni piano di sterminio che l’esercito sabaudo, diventato nel frattempo esercito del Regno d’Italia, avrebbe programmato di fare sia nel contesto delle guerre d’Indipendenza sia nel trattamento dei singoli prigionieri di guerra dell’ex esercito delle Due Sicilie portati al Nord.

Nel trattare la vicenda Barbero pone innanzitutto all’attenzione del lettore il significato del termine “prigionieri di guerra”, distinguendone la condizione da chi si arrese durante le operazioni belliche e da chi invece venne a trovarsi ancora con le armi in pugno.

Nonostante la difficoltà di stabilire quanti furono poi gli sbandati dell’esercito borbonico Barbero riesce quantomeno a tracciare una linea generale a riguardo anche avvalendosi anche di fonti dell’epoca come lo stesso Giornale Militare dell’esercito Italiano.

L’importanza della ricerca di Barbero è data anche da un fattore legata all’utilizzo delle fonti storiche, in quanto egli nell’ultima parte del suo libro mette a confronto le varie e contradditorie tesi riguardanti la vicenda di Fenestrelle mostrando anche un’assenza di determinata quanto seria ricerca storica da parte di taluni giornalisti o studiosi che si sono approcciati alla materia, criticandone in maniera decisa lo stravolgimento della verità storica.

Infine egli dimostra che senza ombra di dubbio si è cercato di manipolare tali fatti storici anche per quanto riguardava il numero dei soldati che sarebbero deceduti durante la detenzione a Fenestrelle, avvalendosi anche in questo caso del registro parrocchiale del carcere di Fenestrelle oltre che gli archivi di stato piemontesi , smentendo le pessime condizioni in cui si sarebbero trovati i soldati borbonici, ai quali vennero addirittura prestate le necessarie cure ospedaliere al loro arrivo a Fenestrelle e durante la detenzione.

Con l’ausilio dei documenti citati precedentemente Barbero arriva a stabilire che i morti a Fenestrelle furono solamente cinque, quindi annullando taluna propaganda storica seconda la quale le vittime sarebbero state migliaia.

Anche la tesi infondata e non suffragata da alcuna prova storica che i corpi dei detenuti venissero sciolti nella calce viva viene annullata dallo storico piemontese, il quale ne accenna a riguardo smontando tale teoria fantastica e sostenendo invece che la calce viva posta sui cadaveri fosse una procedura comune all’epoca per motivi di igiene.

Barbero, in un noto confronto con Gennaro de Crescenzo – Presidente dell’Associazione Culturale Neoborbonica- avvenuto a Bari il 5 dicembre 2012 alla libreria Laterza, a proposito del suo libro su Fenestrelle specifica nettamente la differenza tra chi si avvale di fonti e di precise documentazioni per ricostruire le vicende storiche e chi non ne fa nemmeno accenno nelle proprie opere e sconfessa categoricamente ogni velleità di sterminio che sarebbe stato nei piani dell’oramai ex regno sabaudo, attestando invece un successivo arruolamento di buonissima parte dei soldati del disciolto esercito borbonico nelle file dell’esercito del Regno Italia.

Già in una precedente intervista rilasciata nel settembre del 2010 al programma di LA7 CoffeBreak Barbero aveva sottolineato:”Il revisionismo di oggi è altrettanto mitologico altrettanto propagandistico e di parte, non serio, non critico. È semplicemente il piacere di reinventare il passato, mentendo quando c’è bisogno, per servire a fini ideologici attuali. “

(di Lorenzo De Min)

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