Giappone

L’ultimo shogunato e l’ascesa del Giappone

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Il 3 Gennaio 1868 in Giappone venne ristabilito l’Impero e si pose fine all’ultimo Shogunato. Quel paese che fino al XIX secolo era rimasto completamente isolato dal resto del mondo, da quel momento intraprese un lungo cammino che lo avrebbe portato, attraverso il connubio modernizzazione-militarizzazione, a competere con le potenze europee. La situazione di Totale impermeabilità alle influenze straniere venne meno quando le potenze occidentali sollecitarono l’apertura dei porti. Le pressioni internazionali costrinsero lo Shogun Tokugawa Iesada a sottoscrivere un trattato che sancì l’apertura dei porti. Fu proprio la firma di questi accordi a suscitare uno stato di crisi interna che si tradusse in guerra civile.

 

Shogunato in Giappone: le origini

 

I Tokugawa esercitavano lo Shogunato dal lontano 1603. Circa 30 anni prima era cominciato un periodo senza Shogun guidato da un capo militare, Oda Nobunaga. Requisiti tipici di un paese in cui la feudalizzazione era addirittura più estesa dell’Europa medievale erano i seguenti: potere reale esercitato dallo Shogun, anche se al vertice vi era l’imperatore ed una struttura costituita da classi sociali chiuse. La guerra civile del 1867 sancì la restaurazione dell’ordine Imperiale, cominciava l’era Meiji. Consapevole dell’arretratezza del paese, l’imperatore stilò un processo di modernizzazione favorendo l’introduzione di tecnologie e industrie occidentali; il feudalesimo, in virtù del processo di centralizzazione, venne abolito.

Appena a fine dell’Ottocento l’Impero di Mutshuito raggiunse una tale potenza economica ,militare e politica da intimorire il resto del mondo. In breve tempo mutò anche le relazioni con l’Occidente passando dai trattati ineguali all’alleanza con la Gran Bretagna nel 1902, non esitò ad ingaggiare guerra per sconfiggere l’Impero Russo nel 1905, prima vittoria ad arridere un esercito non di razza bianca. Sempre in politica estera, già negli anni ’70 dell’Ottocento pose le basi per l’imperialismo nipponico, pretendendo territori in Cina e stabilendo un protettorato in Corea. Risulta a questo punto fondamentale la lezione di Noam Chomsky se si vuol pienamente comprendere la genesi del Giappone moderno: “..

 

La resistenza del Giappone all’Occidente

 

Il Giappone è l’unico paese che abbia saputo resistere alla colonizzazione occidentale. Quando il Giappone nel 1870 cominciò il suo processo di industrializzazione, si trovava allo stesso livello del Regno Ashanti, nell’Africa occidentale. Paragonando le due aree oggi, la differenza è che il Regno Ashanti è stato sottomesso dall’Occidente, da parte degli inglesi. Inoltre l’imperialismo nipponico riuscì a far crescere economicamente le proprie colonie, mentre l’Occidente le ha solo depredate.Tutti i paesi che si sono sviluppati hanno fatto in questo modo: imponendo alti livelli di protezionismo e sottraendo l’economia alle leggi di mercato.Esattamente quello che le potenze occidentali, fino ad oggi, hanno impedito di fare al resto del Terzo Mondo”.

(di Emilio Bangalterra)

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