Rapporti Sino-Africani, pro e contro. Il pensiero di Laura Bichisao

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Solo da qualche anno, tra i non addetti ai lavori si è cominciato a parlare dei rapporti sino-africani, ovvero della presenza sempre più intensa della Cina nel continente nero. Il dragone, nell’estendere la sua influenza in Africa ha adottato le caratteristiche che da sempre lo contraddistinguono in politica internazionale: basso profilo ed interventi economici, non militari. Laura Bichisao, laureata in politica internazionale a Surrey alla London School of economics, ex collaboratrice presso la Banca europea degli investimenti nonché studiosa dei rapporti sino-africani ci ha spiegato l’evoluzione di questo interscambio oltre ai suoi fattori positivi e negativi.

La presenza della Cina nel continente africano ha suscitato un grande interesse negli ultimi anni. La crescita economica della China negli ultimi trent’anni ha obbligato il paese a cercare risorse minerali all’estero. Allo stesso tempo, la politica estera della Cina si è specializzata sempre di più sul suo ruolo internazionale e il suo sviluppo economico. Gli aspetti sociali della politica estera consistono, principalmente, nel rinforzare le relazioni con i paesi in via di sviluppo, focalizzandosi sulla non-interferenza politica, sulla cooperazione economica e sulle sinergie comuni. La Cina, grazie alla sua crescita economica, ha come ambizione controbilanciare il ruolo internazionale degli Stati Uniti d’America e dell’Europa, ne consegue dunque il suo forte interesse per l’Africa.

L’intervento di Laura Bichisao: la Cina e l’Africa

Negli ultimi anni il continente africano ha subito grandi trasformazioni grazie all’interesse suscitato dalle potenze internazionali. La Cina fa parte di queste. Per dare un esempio basta guardare all’ammontare del commercio tra quest’ultima e l’Africa che ammontava nel 2000 a soli 10 miliardi di dollari e che raggiunge nel 2018 valori 20 volte superiori, divenendo così il suo più grande partner commerciale e il suo primo creditore (Vannimartini, 2020). Il debito che la Cina vanta nei confronti di ben 50 stati africani ammonta a 152 miliardi di dollari tra il 2000 e il 2008 (Vannimartini, 2020). Come si può osservare dalla Figura 1, i paesi africani che hanno ricevuto maggiore assistenza finanziaria dalla Cina tra il 2000 e 2001 sono l’Etiopia, il Sudan, il Nigeria, il Camerun, Mauritania, l’Angola, lo Zimbabwe e l’Africa del sud. Questo ne testimonia il ruolo determinante.

Rapporti sino-africani

La forte crescita della presenza cinese e dei suoi investimenti sul territorio africano ha suscitato il forte dibattito sul tentativo di valutare l’impatto economico sul continente.

Rapporti sino-africani: fattori positivi

Gli aspetti positivi dei rapporti sino-africani sono multipli. I bisogni strutturali di investimenti del continente africano nei settori dell’agricoltura, dell’energia e del trasporto trovano oggi risposta oltre che negli investimenti tradizionali occidentali anche in quelli cinesi.

A differenza, dei partner Europei e delle organizzazioni multilaterali, la politica estera cinese è basata sul principio di non ingerenza e sul consenso di Pechino, ovvero una ideologia differente di sviluppo economico, promuovendo autosviluppo indipendentemente dall’imposizione di condizioni di democrazia politiche spesso richieste come condiziona sine qua non dai partner occidentali. Importante effetto secondario della collaborazione sino-africana è la forza commerciale che quest’ultima ha acquisito negli scambi con i partner europei e americani.

Interessante è osservare lo studio sull’influenza positiva cinese nel continente. La percezione cambia da paese a paese ma con una tendenza ad essere positiva li dove è stato possibile condurre la ricerca.

Rapporti sino-africani

In ogni caso, grazie alla presenza cinese importanti progetti infrastrutturali come la costruzione di ferrovie, centrali elettriche ed aeroporti sono stati possibili. Secondo il Nigeria Debt Management Office, l’80% del debito nigeriano è nei confronti della Cina, la quale, ha fornito prestiti per costruire ferrovie, aeroporti e centrali elettriche che hanno contribuito a colmare una disparità infrastrutturale in tutto il paese (Vannimartini, 2020).

I rapporti tra cinesi e africani: gli aspetti negativi

Gli effetti negativi legati agli investimenti cinesi si evidenziano specialmente nell’industria mineraria. Ricordiamo che quest’ultima è la vera ragione per la quale la Cina si è interessata al continente africano. Se si osservano più da vicino gli investimenti infrastrutturali si può arrivare alla conclusione che spesso questi hanno come fine ultimo il migliore sfruttamento delle materie prime locali; ovvero una forma moderna di imperialismo.

La qualità stessi degli investimenti infrastrutturali rimane di bassa qualità con bisogno continuo di manutenzione e con scarsa possibilità di trasferire tecnologie e competenze ai locali. Il loro modello prevede inoltre che la mano d’opera sia cinese creando come paradosso un isolamento economico della popolazione locale. In un contesto di sfruttamento di risorse naturali risulta molto difficile per i paesi africani diversificare le loro economie.

Da un punto di vista ambientale e da un punto di vista di investimenti “sostenibili” le critiche non sono migliori. Si denuncia inoltre la grave situazione di sfruttamento dei lavoratori cinesi in territorio africano, la non sostenibilità dei prestiti contratti dai paesi e la mancanza totale di trasparenza e quindi di governance di questi stessi investimenti.

La grande sfida dell’Africa è quella di riuscire a rinforzare le sue istituzioni (governance e trasparenza), rendendosi capaci di negoziare regolamenti sull’ambiente e sul lavoro. La negoziazione dei prestiti, con tutte le controparti, dovrà mettere in evidenza il fine ultimo che è quello di sviluppare un’economia locale indipendente.

(di Emilio Bangalterra e Laura Bichisao)

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