Pubblicato il 2 novembre 2025
La principale fonte di acqua potabile per i residenti della capitale iraniana Teheran rischia di esaurirsi entro due settimane, secondo i media statali, a causa di una storica siccità che affligge il paese.
La diga Amir Kabir, una delle cinque che forniscono acqua potabile a Teheran, “contiene solo 14 milioni di metri cubi d’acqua, ovvero l’8% della sua capacità”, ha detto domenica all’agenzia di stampa IRNA il direttore della compagnia idrica della capitale, Behzad Parsa.
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A quel livello, potrà continuare a fornire acqua a Teheran solo “per due settimane”, ha avvertito.
L’annuncio arriva mentre il Paese sperimenta la peggiore siccità degli ultimi decenni. Il livello delle precipitazioni nella provincia di Teheran è stato “quasi senza precedenti per un secolo”, ha dichiarato il mese scorso un funzionario locale.
La megalopoli di oltre 10 milioni di persone è incastonata contro le pendici meridionali dei Monti Alborz, spesso innevati, che si innalzano fino a 5.600 metri (18.370 piedi) e i cui fiumi alimentano numerosi bacini idrici.
Un anno fa, la diga di Amir Kabir tratteneva 86 milioni di metri cubi d’acqua, ha detto Parsa, ma c’era stato un “calo del 100% delle precipitazioni” nella regione di Teheran.
Parsa non ha fornito dettagli sullo stato degli altri serbatoi del sistema.
Secondo i media iraniani, la popolazione di Teheran consuma ogni giorno circa tre milioni di metri cubi d’acqua.
Come misura di risparmio idrico, negli ultimi giorni, secondo quanto riferito, le forniture sono state interrotte in diversi quartieri, mentre quest’estate le interruzioni sono state frequenti.
A luglio e agosto sono stati dichiarati due giorni festivi per risparmiare acqua ed energia, con interruzioni di corrente quasi quotidiane nel mezzo di un’ondata di caldo che ha visto le temperature salire oltre i 40 gradi Celsius (104 Fahrenheit) a Teheran e superare i 50°C (122F) in alcune aree.
“La crisi idrica è più grave di quella di cui si discute oggi”, avvertì all’epoca il presidente iraniano Masoud Pezeshkian.
La scarsità d’acqua è un grave problema in tutto l’Iran, in particolare nelle aride province del sud del paese, con carenze attribuite alla cattiva gestione e allo sfruttamento eccessivo delle risorse sotterranee, nonché al crescente impatto del cambiamento climatico.
Il vicino dell’Iran, l’Iraq, sta vivendo l’anno più secco mai registrato dal 1993, poiché i fiumi Tigri ed Eufrate, che sfociano nel Golfo Persico dall’Asia occidentale, hanno visto i loro livelli scendere fino al 27% a causa delle scarse precipitazioni e delle restrizioni idriche a monte, portando ad una grave crisi umanitaria nel sud del paese.




