Il governo giapponese ha dichiarato di aver protestato contro l’annuncio della Russia di bandire definitivamente 13 cittadini giapponesi, per lo più dirigenti di importanti aziende tra cui la Toyota Motor Corp, come rappresaglia per le sanzioni imposte da Tokyo in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.
Il segretario capo di gabinetto Yoshimasa Hayashi ha affermato mercoledì che il divieto “limita le attività legittime delle aziende giapponesi [in Russia]e non è assolutamente accettabile.”
Hayashi ha affermato che il suo governo ha presentato una protesta contro la Russia per il divieto d’ingresso.
Hayashi stava commentando un annuncio del Ministero degli Affari Esteri russo di martedì, secondo cui avrebbe vietato in modo permanente l’ingresso in Russia a 13 giapponesi, tra cui il presidente della Toyota Akio Toyoda e il CEO di Rakuten Group Inc Hiroshi Mikitani, nonché il presidente della Japan International Cooperation Agency Akihiko Tanaka. L’elenco includeva anche il co-presidente della Toyobo Ikuo Takeuchi e il presidente della Toray Industries Mitsuo Oya.
Non è stata fornita alcuna motivazione per la selezione delle persone soggette al divieto d’ingresso.
Il Giappone ha collaborato strettamente con il G7, le nazioni industrializzate, per imporre sanzioni alla Russia per la sua guerra contro l’Ucraina, a causa della crescente preoccupazione per l’impatto del conflitto in Asia, dove la Cina ha sempre più ampliato la sua presenza militare e minacciato di usare la forza per esercitare il suo controllo sull’autogovernata Taiwan.
Il Giappone ha già dovuto affrontare una serie di rappresaglie da parte della Russia, tra cui la sospensione dei colloqui bilaterali su un trattato di pace con Tokyo che includeva negoziati sulle isole contese. Mosca ha anche annunciato divieti di ingresso per centinaia di legislatori giapponesi, tra cui il Primo Ministro Fumio Kishida e alcuni dei suoi predecessori.