Una nuova ricerca suggerisce che nelle crepe delle rocce sotterranee sotto la superficie di Marte potrebbe esserci abbastanza acqua da formare un oceano.
I risultati si basano sulle misurazioni sismiche effettuate dal lander Mars InSight della NASA, che ha rilevato più di 1.300 terremoti su Marte prima di fermarsi due anni fa.
I ricercatori hanno combinato modelli computerizzati con dati InSight, inclusa la velocità dei terremoti, per determinare che l’acqua sotterranea era la spiegazione più probabile per le letture sismiche. I risultati sono stati pubblicati lunedì su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Secondo lo scienziato responsabile, Vashan Wright dello Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California a San Diego, l’acqua, in fratture a una profondità compresa tra 11,5 e 20 km sotto la superficie, si sarebbe probabilmente accumulata lì miliardi di anni fa, quando Marte ospitava fiumi, laghi e forse oceani.
“Sulla Terra, ciò che sappiamo è che dove c’è abbastanza umidità e ci sono sufficienti fonti di energia, c’è vita microbica molto in profondità nel sottosuolo terrestre”, ha detto Wright. “Gli ingredienti per la vita come la conosciamo esistono nel sottosuolo marziano, se queste interpretazioni sono corrette”.
L’articolo è firmato anche da Matthias Morzfeld dello Scripps Institution of Oceanography e Michael Manga dell’Università della California, Berkeley.
InSight Lander, ovvero l’esplorazione dell’interno mediante indagini sismiche, geodesia e trasporto di calore, è stata la prima sonda dell’agenzia spaziale statunitense dedicata all’esplorazione sotto la superficie di Marte e allo studio del suo interno.
Se la posizione di InSight a Elysium Planitia, vicino all’equatore di Marte, fosse rappresentativa del resto del pianeta rosso, l’acqua sotterranea sarebbe sufficiente a riempire un oceano globale profondo 1-2 km, ha aggiunto Wright.
Ci vorrebbero trapani e altre attrezzature per confermare la presenza di acqua e ricercare eventuali segni di vita microbica.
Gli scienziati hanno analizzato i dati raccolti dal lander per cercare maggiori informazioni sull’interno di Marte.
Umido quasi completamente più di 3 miliardi di anni fa, si pensa che Marte abbia perso la sua acqua superficiale man mano che la sua atmosfera si assottigliava, trasformando il pianeta nel mondo arido e polveroso che conosciamo oggi.
Gli scienziati ipotizzano che gran parte di quest’acqua antica sia fuoriuscita nello spazio o sia rimasta sepolta nel sottosuolo.