Secondo un sondaggio delle Nazioni Unite considerato il più ampio mai realizzato finora, quattro persone su cinque vorrebbero che il proprio Paese intensificasse gli sforzi nella lotta contro il cambiamento climatico.
Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) ha pubblicato giovedì il sondaggio, rilevando che la maggioranza delle persone in 62 dei 77 paesi esaminati ha affermato di sostenere una rapida transizione dai combustibili fossili all’energia pulita.
Tra questi figurano i maggiori emettitori di gas serra del mondo, con l’80% in Cina e il 54% negli Stati Uniti a sostegno della mossa, anche se gli intervistati in Russia erano notevolmente meno entusiasti, con solo il 16% a favore.
“Mentre i leader mondiali decidono il prossimo round di impegni nell’ambito dell’Accordo di Parigi entro il 2025, questi risultati sono la prova innegabile che le persone in tutto il mondo sostengono un’azione coraggiosa per il clima”, ha affermato Cassie Flynn, direttrice globale del clima dell’UNDP.
Condotto in collaborazione con l’Università di Oxford e GeoPoll, il sondaggio ha posto 15 domande tramite telefonate casuali a 75.000 persone in 77 paesi, le cui popolazioni rappresentano l’87% del totale mondiale, rendendolo il più grande sondaggio di questo tipo.
Nel complesso, l’80% degli intervistati vorrebbe vedere un impegno più forte per affrontare il problema, con una richiesta di intervento che sale all’89% nei paesi più poveri che risentono del peso del cambiamento climatico.
L’ansia climatica è stata maggiore nei paesi più poveri come le Fiji, dove l’80% è più preoccupato per il problema rispetto a un anno fa, seguiti da Afghanistan (78%) e Turchia (77%). L’Arabia Saudita ha registrato l’aumento più basso delle paure climatiche, con il 25% in più di preoccupazione.
Nel complesso, l’indagine ha rilevato che il 56% degli intervistati ha affermato di pensare al cambiamento climatico almeno una volta alla settimana. Oltre la metà degli intervistati ha dichiarato di essere più preoccupata per il cambiamento climatico rispetto allo scorso anno, rispetto al 15% che ha dichiarato di essere meno preoccupato.
Il cambiamento climatico sta cambiando anche la vita delle persone: il 69% degli intervistati afferma che il riscaldamento globale ha influenzato decisioni importanti, come dove vivere o lavorare e cosa comprare.
Ma Achim Steiner, capo dell’UNDP, ha affermato che queste preoccupazioni non si traducono necessariamente in decisioni elettorali e di consumo.
Ha sottolineato quello che ha definito un “divario di percezione” quando si tratta di azione per il clima, riassumendo la tipica reazione delle persone come: “Farei di più. Ma gli altri no. Quindi non farò nulla”.