Uno scontro tra visioni concorrenti
La fabbrica tedesca della Tesla è stata oggetto di polemiche fin dalla sua apertura nel marzo 2022. Tra le questioni segnalate dall’IG Metall, il sindacato dei lavoratori, ci sono preoccupazioni per la sicurezza e carichi di lavoro travolgenti per i suoi 12.000 lavoratori, molti dei quali affermano di essere trattati come “robot, non esseri umani”. ” secondo un’indagine della rivista tedesca Stern.
Poi, c’è stato il sabotaggio della rete elettrica di Tesla nel marzo 2024, rivendicato dal gruppo di attivisti di estrema sinistra Vulkangruppe, che ha interrotto la produzione per quasi una settimana. A maggio, più di 800 attivisti hanno organizzato una settimana di proteste vicino alla fabbrica, combinando azioni dirette con workshop e incontri di gruppi ecologici.
Di conseguenza, la foresta di Grunheide è diventata un punto critico per uno scontro più ampio tra visioni concorrenti: una di rapida espansione industriale, guidata da miliardari come Elon Musk e le promesse di una “transizione verde globale”; e l’altro della resistenza localizzata che sostiene alternative socio-ecologiche. Dove finirà questa battaglia non è chiaro.
Una cosa è chiara, però. Lo sgombero degli attivisti non ha messo a tacere la resistenza. Appena tre giorni dopo l’operazione, gli oppositori ai piani di espansione di Tesla hanno organizzato una simbolica “passeggiata nella foresta” con la partecipazione di Carola Rackete, attivista e deputata al Parlamento europeo. Ha sottolineato la posta in gioco globale, avvertendo della crescente influenza di Musk, soprattutto considerando il suo ruolo nella prossima amministrazione statunitense di Donald Trump.

Rackete ha chiesto una resistenza sostenuta a Tesla come parte di un confronto più ampio con le dinamiche del potere globale.
La foresta di Grunheide è ora un simbolo che trascende i confini nazionali, intrecciando questioni locali, nazionali e globali nella lotta contro l’ingiustizia climatica e l’espansione industriale incontrollata.