L’Unione Europea ha imposto dazi aggiuntivi fino al 37,6 percento sulle importazioni di veicoli elettrici (EV) fabbricati in Cina, ha annunciato il blocco, nonostante gli avvertimenti di Pechino secondo cui tale mossa avrebbe scatenato una guerra commerciale.
La Commissione europea ha affermato giovedì che i dazi sono stati introdotti a causa di sussidi statali “ingiusti” e entreranno in vigore venerdì.
Esiste, tuttavia, una finestra temporale di quattro mesi durante la quale i dazi sono solo provvisori e si prevede che i colloqui tra le due parti continueranno.
L’anno scorso la Commissione, l’organo esecutivo dell’UE, ha avviato un’indagine sui produttori cinesi di veicoli elettrici per verificare se i sussidi statali stessero ingiustamente danneggiando i prezzi delle case automobilistiche europee.
Dopo quattro mesi, una volta conclusa l’indagine, la Commissione potrebbe proporre “dazi definitivi” che si applicherebbero per cinque anni e sui quali il blocco dei 27 membri voterebbe.
La mossa aumenta i dazi dall’attuale livello del 10%, mentre si ampliano i conflitti commerciali tra UE e Cina, in particolare incentrati sulle tecnologie verdi.
I dazi provvisori, che vanno dal 17,4% al 37,6%, senza retrodatazione, sono concepiti per impedire quella che la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha definito una minaccia di inondazione di veicoli elettrici a basso costo costruiti con sussidi statali.
Il governo cinese ha dichiarato in precedenza che avrebbe adottato “tutte le misure necessarie” per salvaguardare gli interessi del Paese, tra cui tariffe di ritorsione sulle esportazioni verso la Cina di prodotti come il cognac o la carne di maiale.
Gli Stati Uniti hanno già aumentato i dazi doganali sui veicoli elettrici cinesi al 100%, mentre il Canada sta valutando un’azione simile.
“C’è ancora una finestra di quattro mesi prima dell’arbitrato e speriamo che le parti europea e cinese si muovano nella stessa direzione, dimostrino sincerità e portino avanti il processo di consultazione il prima possibile”, ha affermato He Yadong, portavoce del Ministero del Commercio cinese.
Secondo l’UE, i dazi sui produttori cinesi ammontano al 17,4% per BYD, al 19,9% per Geely e al 37,6% per SAIC.
Le aziende che l’UE ritiene abbiano collaborato all’indagine antisovvenzioni, tra cui le case automobilistiche occidentali Tesla e BMW, saranno soggette a dazi del 20,8%, mentre quelle che non hanno collaborato saranno soggette a dazi del 37,6%.
La Commissione stima che la quota di mercato dei marchi cinesi nell’UE sia salita all’8%, da meno dell’1% nel 2019, e potrebbe raggiungere il 15% nel 2025.
Ha affermato che i prezzi sono circa il 20 percento inferiori rispetto ai modelli realizzati nell’UE.
La Volkswagen, la più grande casa automobilistica europea, ha criticato i dazi proposti e ha avvertito che non avrebbero rafforzato l’industria automobilistica europea nel lungo termine.
“Gli effetti negativi di questa decisione superano qualsiasi beneficio per l’industria automobilistica europea e in particolare quella tedesca”, ha affermato un portavoce della Volkswagen in una nota.