L’economia cinese è cresciuta più velocemente del previsto nei primi tre mesi dell’anno, una spinta per i politici alle prese con la crisi del settore immobiliare, la debole domanda dei consumatori e l’aumento del debito pubblico.
Il prodotto interno lordo (PIL) è cresciuto del 5,3% nel primo trimestre, secondo i dati pubblicati martedì dall’Ufficio nazionale di statistica (NBS), ben al di sopra delle previsioni e rispetto all’espansione del 5,2% del trimestre precedente.
Secondo i dati NBS, la produzione industriale e l’agricoltura sono cresciute rispettivamente del 6,1% e del 3,8% per settore, mentre i servizi sono cresciuti del 5%.
La NBS ha affermato in un comunicato che l’economia ha avuto un “buon inizio” sotto “la forte leadership” del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese e del presidente Xi Jinping.
“Di conseguenza, le politiche hanno continuato ad avere effetto, la produzione e la domanda si sono mantenute stabili e hanno registrato un aumento, l'occupazione e i prezzi sono stati generalmente stabili, la fiducia del mercato ha continuato a rafforzarsi e lo sviluppo di alta qualità ha fatto nuovi progressi”, ha affermato l'agenzia statistica.
I dati, più forti del previsto, sono arrivati pochi giorni dopo che la Cina ha riferito che le esportazioni e le importazioni sono diminuite rispettivamente del 7,5% e dell’1,9% a marzo, deludendo le aspettative.
La seconda economia più grande del mondo ha faticato a sostenere la ripresa dalla pandemia di Covid-19 in mezzo a una serie di sfide strutturali di lunga data, tra cui un settore immobiliare fortemente indebitato e una popolazione in calo.
Fitch Ratings all'inizio di questo mese ha declassato a negativo l'outlook del credito sovrano cinese, citando “crescenti rischi per l'outlook delle finanze pubbliche cinesi” mentre Pechino tenta di allontanarsi dalla crescita trainata dal settore immobiliare.
Il mese scorso Pechino ha fissato un obiettivo di crescita del 5% per il 2024, un tasso che potrebbe battere la maggior parte delle economie sviluppate ma essere tra le espansioni più lente del paese dal 1990.
I funzionari hanno svelato una serie di misure di politica fiscale e monetaria per rilanciare l’economia, tra cui 1,8 trilioni di dollari di spesa per importanti progetti edilizi e infrastrutturali.