L’Australia ha annunciato l’intenzione di vietare le sovrattasse sulle carte di debito che, secondo le stime della banca centrale del paese, costano ai consumatori quasi 1 miliardo di dollari australiani (671 milioni di dollari) all’anno.
Martedì il governo di centrosinistra australiano ha dichiarato che cercherà di vietare le tariffe “ingiuste ed eccessive” dall’inizio del 2026, previa revisione dei pagamenti con carta da parte della Reserve Bank of Australia (RBA).
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha affermato che la sua prima priorità è ridurre il costo della vita per le famiglie e che il divieto proposto sarebbe “un altro passo per proteggere gli australiani”.
Il tesoriere Jim Chalmers ha affermato che la mossa garantirebbe un “accordo migliore” per i consumatori e costi inferiori per le piccole imprese.
“I consumatori non dovrebbero essere puniti per l’utilizzo di carte o pagamenti digitali e, allo stesso tempo, le piccole imprese non dovrebbero essere costrette a pagare commissioni elevate solo per essere pagate”, ha affermato Chalmers.
Il divieto metterebbe l’Australia in linea con una serie di altre giurisdizioni, inclusa l’Unione Europea, che ha vietato le sovrattasse sulle carte di debito nel 2018.
La RBA ha stimato che gli australiani perdono 960,26 milioni di dollari australiani (645 milioni di dollari) ogni anno a causa delle maggiorazioni poiché i consumatori scelgono sempre più di pagare con carta anziché in contanti.
Il passaggio ai pagamenti senza contanti ha subito un’accelerazione durante la pandemia di COVID-19, con la quota di transazioni effettuate in contanti in calo dal 32% al 16% nel periodo 2019-2022, secondo i dati della RBA.