Il premier cinese ha invitato i paesi a “opporsi al disaccoppiamento”, mentre le tensioni economiche ribollono tra Pechino e l’Unione Europea in vista dell’imposizione di nuove tariffe sui veicoli elettrici cinesi.
L’attrito tra l’Occidente e la seconda economia mondiale si è intensificato negli ultimi anni, mentre i punti caldi geopolitici emergono in tutto il mondo e Pechino e Washington competono per la supremazia nella tecnologia avanzata.
“Dovremmo aprire ampiamente le nostre menti, lavorare a stretto contatto, abbandonare le formazioni di campo e (e) opporci al disaccoppiamento”, ha affermato Li Qiang, il secondo leader cinese incaricato dal presidente Xi Jinping di gestire gli affari economici.
I commenti di Li sono arrivati durante un discorso di apertura della conferenza del World Economic Forum conosciuta come “Summer Davos”, tenutasi quest’anno nella città cinese nord-orientale di Dalian.
Il premier ha inoltre invitato le parti a “mantenere la stabilità e il buon funzionamento delle catene industriali e di fornitura, promuovere la liberalizzazione e la facilitazione del commercio e degli investimenti, guidare e promuovere un sano sviluppo globale e raccogliere potenti sforzi per la crescita economica mondiale”.
Le preoccupazioni circa un disimpegno tra la Cina e le principali economie occidentali rimbombano da anni mentre si scontrano su una serie di questioni tra cui il commercio e la tecnologia.
Il mese scorso, gli Stati Uniti hanno aumentato le tariffe su 18 miliardi di dollari di importazioni dal paese, prendendo di mira settori strategici come veicoli elettrici, batterie, acciaio e minerali critici, una mossa che Pechino ha avvertito avrebbe “influenzato gravemente le relazioni” tra le due superpotenze.
La Cina si trova inoltre ad affrontare un controllo più approfondito da parte dell’Unione Europea, che si prepara a imporre tariffe fino al 38% sui suoi veicoli elettrici entro il 4 luglio, citando preoccupazioni per la concorrenza sleale causata dai pesanti sussidi statali.
I dazi saranno provvisori fino a novembre, quando entreranno in vigore a pieno titolo.
I leader europei, tra cui il capo della Commissione Ursula von der Leyen, hanno insistito sul fatto che il blocco non intende separarsi dalla Cina, cercando invece di “ridurre i rischi” del suo mercato mentre aumentano gli scontri politici con Pechino.
Il governo cinese ha continuamente denunciato le tariffe pendenti come “puramente protezionistiche”, sostenendo che il successo dell’industria nazionale dei veicoli elettrici è dovuto all’innovazione e all’efficienza della catena di fornitura piuttosto che al sostegno del governo.
Pechino ha concordato con le controparti europee di avviare negoziati mentre continua l’indagine di Bruxelles sulla questione.