Un importante wrestler indiano afferma che restituirà uno dei più alti riconoscimenti civili del paese per protestare contro l’elezione di un presidente nell’organo di governo dello sport sostenuto dal suo predecessore, accusato di molestie sessuali contro lottatrici.
Bajrang Punia, il primo lottatore indiano a vincere quattro medaglie ai campionati del mondo, è stato insignito del Padma Shri – il quarto più alto riconoscimento civile – dal presidente indiano nel 2019 per i suoi successi come atleta.
Venerdì, Punia ha condiviso la sua lettera al primo ministro Narendra Modi su X, ex Twitter, dicendo che “non sarebbe in grado di vivere con il rispetto conferitogli dal governo indiano in un momento in cui le lottatrici sono state insultate”.
La sua decisione di restituire il premio è arrivata il giorno dopo che Sanjay Singh è stato eletto presidente della Wrestling Federation of India (WFI). Singh era sostenuto dall’ex capo della WFI Brij Bhushan Singh.
VIDEO | Lottatore @BajrangPunia fermato al Kartavya Path di Delhi da funzionari della polizia di Delhi. Stamattina, Punia ha annunciato su X che restituirà il suo premio Padma Shri al Primo Ministro. pic.twitter.com/cQUg3gpzDK
— Press Trust dell’India (@PTI_News) 22 dicembre 2023
Brij Bhushan Singh, anche lui sei volte parlamentare del Bharatiya Janata Party (BJP) di Modi, ha respinto le accuse mosse contro di lui.
Il suo caso è in attesa di processo, hanno detto i funzionari del BJP. Non c’è stata alcuna risposta ufficiale immediata da parte del governo alla lettera di Punia a Modi.
Giovedì, le lottatrici che protestavano hanno dichiarato di essere scioccate dal fatto che un uomo sostenuto da Brij Bhushan Singh sia stato autorizzato a guidare la WFI.
Una delle migliori lottatrici, Sakshi Malik, ha detto che le loro proteste sono state trascurate e ha annunciato il suo ritiro dallo sport in una conferenza stampa a Nuova Delhi.
A gennaio, Punia si era unita alle proteste delle lottatrici contro Brij Bhushan Singh, accusata a giugno di aver molestato sessualmente sei lottatrici.
Brij Bhushan Singh è stato privato dei poteri amministrativi dal ministero dello sport e il governo si è impegnato a indagare sulle accuse e a proteggere le atlete.
La United World Wrestling (UWW), l’organo di governo globale dello sport, ha sospeso la WFI dopo lo scandalo.
La WFI ha mancato la scadenza di agosto per nominare un nuovo presidente, costringendo i lottatori indiani a competere come atleti neutrali negli eventi globali.
I partiti di opposizione hanno criticato il governo Modi per la sua risposta alle accuse, che hanno attirato l’attenzione globale a causa di una serie di scandali sul trattamento delle donne nello sport.