Il Giappone ha segnalato che potrebbe intervenire per sostenere lo yen dopo che la valuta è scesa al minimo di 38 anni rispetto al dollaro USA.
Il ministro delle finanze giapponese Shunichi Suzuki ha dichiarato giovedì che le autorità adotteranno le misure necessarie per evitare danni all’economia.
“Le mosse rapide e unilaterali sono indesiderabili. In particolare, siamo profondamente preoccupati per l’effetto sull’economia”, ha detto Suzuki ai giornalisti.
“Stiamo osservando le mosse con un elevato senso di urgenza, analizzando i fattori dietro le mosse e intraprenderemo le azioni necessarie”.
Il capo delle finanze giapponese ha espresso i suoi commenti dopo che lo yen si è indebolito a 160,88 contro il dollaro nella tarda serata di mercoledì, il livello più basso dal 1986.
L’ultimo crollo si verifica in un contesto in cui la Federal Reserve statunitense ha lanciato segnali di voler mantenere elevati i tassi di interesse per un periodo più lungo e in cui si registrano preoccupazioni per l’incertezza politica in Europa in vista delle elezioni parlamentari francesi.
Il Giappone è intervenuto l’ultima volta per sostenere la propria valuta ad aprile, dopo che questa aveva toccato il minimo degli ultimi 34 anni, acquistando la cifra record di 9.788 miliardi di yen (62,2 miliardi di dollari).
Nel 2022 le autorità sono intervenute tre volte sul mercato dei cambi.
Lo yen ha perso più di un terzo del suo valore dall’inizio del 2021 poiché gli investitori hanno svenduto la valuta a causa del divario crescente tra i tassi di interesse statunitensi e giapponesi.
Mentre la Federal Reserve americana ha aumentato i tassi di interesse negli ultimi anni per contenere l’impennata dell’inflazione, la banca centrale giapponese ha mantenuto i costi di finanziamento vicino ai minimi storici come parte degli sforzi per far aumentare prezzi e salari dopo decenni di stagnazione economica.
Sebbene il calo dello yen sia stato un vantaggio per gli esportatori giapponesi, ha tuttavia aumentato notevolmente il costo delle importazioni, in particolare di cibo e carburante, mettendo a dura prova i bilanci delle famiglie.
Giovedì le azioni giapponesi sono scese mentre gli operatori attendevano segnali di intervento sul mercato, con l’indice di riferimento Nikkei 225 che ha chiuso in ribasso dello 0,8%.