Le autorità statunitensi affermano di aver scoperto una campagna di cyberspionaggio “ampia e significativa” condotta da hacker legati alla Cina con l’obiettivo di rubare informazioni agli americani che lavorano nel governo e nella politica.
Mercoledì l’FBI e la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) hanno dichiarato in una dichiarazione congiunta che gli attori affiliati a Pechino avevano “compromesso le reti di diverse società di telecomunicazioni”.
L’hacking ha consentito il “furto dei dati dei registri delle chiamate dei clienti” e ha compromesso le “comunicazioni private di un numero limitato di individui”, hanno affermato le agenzie.
L’FBI e la CISA non hanno specificato quali individui fossero stati presi di mira ma hanno affermato che erano “principalmente coinvolti in attività governative o politiche”.
Gli hacker hanno anche avuto accesso a “informazioni soggette a richieste delle forze dell’ordine statunitensi in seguito a ordini del tribunale”, hanno detto le agenzie, suggerendo che cercassero di compromettere programmi soggetti al Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA), che garantisce alle agenzie di spionaggio ampi poteri per sorvegliare il comunicazioni di soggetti sospettati di essere agenti stranieri.
L’FBI e la CISA hanno affermato di aspettarsi che la loro “comprensione di questi compromessi aumenterà man mano che le indagini continuano”.
L’annuncio fa seguito a una serie di episodi di hacking di alto profilo che Washington ha descritto come parte di una strategia più ampia di Pechino per rubare dati tecnologici e governativi, nonché prendere di mira infrastrutture critiche negli Stati Uniti.
A settembre, l’FBI ha dichiarato di aver scoperto una campagna di hacking cinese di vasta portata denominata Flax Typhoon.
La campagna prevedeva l’installazione di software dannoso su oltre 200.000 dispositivi di consumo – tra cui fotocamere, videoregistratori e router utilizzati nelle case e negli uffici – che venivano poi utilizzati per formare una rete di computer infetti in grado di facilitare la criminalità informatica, secondo le autorità statunitensi.
Il mese scorso, l’FBI ha dichiarato di aver avviato un’indagine sul presunto hacking cinese dei telefoni cellulari utilizzati dall’allora candidato presidenziale repubblicano Donald Trump e dal suo compagno di corsa JD Vance.
Gli hacker, che presumibilmente avrebbero preso di mira anche persone legate alla candidata democratica Kamala Harris, si sarebbero infiltrati nella rete dell’operatore di telefonia mobile statunitense Verizon.
L’FBI e la CISA non hanno specificato se o come gli attacchi di hacking più recenti fossero collegati a queste campagne precedenti.