Pubblicato il 16 ottobre 2025
Un nuovo studio condotto da World Weather Attribution e Climate Central con sede negli Stati Uniti ha calcolato l’aumento dei pericolosi “giorni super caldi” – definiti come più caldi del 90% dei giorni comparabili tra il 1991 e il 2020 – a causa dei cambiamenti climatici.
Il rapporto, che non è ancora sottoposto a revisione paritaria ma utilizza tecniche consolidate per l’attribuzione del clima, è stato pubblicato giovedì. Evidenzia gli effetti significativi dell’Accordo sul clima di Parigi.
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Prima dell’accordo del 2015, il mondo era sulla buona strada per un catastrofico riscaldamento di 4°C (7,2°F) entro la fine del secolo, che avrebbe comportato altri 114 giorni super caldi all’anno.
Adempiendo agli attuali impegni di riduzione delle emissioni, il mondo si sta ora dirigendo verso un riscaldamento di 2,6°C (4,7°F). In questo scenario, la Terra aggiungerà ancora 57 giorni super caldi all’anno entro il 2100 – quasi due mesi di temperature pericolosamente elevate – ma questo è la metà dell’aumento dello scenario peggiore. Dal 2015, il mondo ha già aggiunto in media 11 giorni super caldi.
Il direttore del Potsdam Climate Institute Johan Rockstrom, che non faceva parte del gruppo di ricerca, ha affermato che le persone non dovrebbero essere sollevate dal fatto che non siamo più sulla traiettoria di riscaldamento di 4 gradi pre-Parigi perché il percorso attuale “implicherebbe comunque un futuro disastroso per miliardi di esseri umani sulla Terra”.
Il rapporto non dice quante persone saranno colpite dalle ulteriori giornate pericolosamente calde, ma la coautrice Friederike Otto dell’Imperial College di Londra ha detto che “saranno sicuramente decine di migliaia o milioni, non meno”. Ha notato che già migliaia di persone muoiono ogni anno a causa delle ondate di caldo.
Lo studio sottolinea inoltre la profonda ingiustizia dell’impatto dei cambiamenti climatici in tutto il mondo, mostrando un’enorme disconnessione tra l’inquinamento da carbonio e l’esposizione al calore prevista.
I 10 paesi che sperimenteranno il maggiore aumento di giorni di caldo pericoloso sono quasi tutti piccoli paesi dipendenti dagli oceani come Panama, Isole Salomone e Samoa. Si prevede che questi paesi vedranno i picchi più grandi, con Panama che si prevede dovrà affrontare 149 giorni extra caldi all’anno. Queste 10 nazioni producono collettivamente solo l’1% dei gas che intrappolano il calore a livello globale.
In netto contrasto, si prevede che i paesi che inquinano maggiormente il carbonio – Stati Uniti, Cina e India – avranno solo tra i 23 e i 30 giorni super caldi in più. Nonostante siano responsabili del 42% dell’anidride carbonica mondiale, si troveranno ad affrontare meno dell’1% dei giorni super caldi aggiuntivi.
Lo scienziato climatico dell’Università di Victoria Andrew Weaver, che non faceva parte del gruppo di studio, ha affermato che questa disuguaglianza termica porta “ancora un altro cuneo tra le nazioni ricche e quelle non abbienti”, seminando potenzialmente semi di instabilità geopolitica.




