Ci troviamo sull’orlo di un momento decisivo nella storia umana. Le decisioni che prendiamo oggi plasmeranno il mondo che i nostri figli e i loro figli erediteranno. Mentre ci avviciniamo al Summit of the Future che si terrà il 22 e 23 settembre presso la sede delle Nazioni Unite a New York e prendiamo in considerazione il Patto per il futuro, preparato dai governi sotto la direzione dell’ONU, dobbiamo confrontarci con una scomoda verità: lo sfruttamento continuo dei combustibili fossili non è solo una questione ambientale, è un furto sfacciato del nostro futuro collettivo.
Il recente aumento dei profitti delle aziende di combustibili fossili, la sbalorditiva cifra di 281 miliardi di dollari dall’inizio della guerra in Ucraina, può essere celebrato dall’industria, ma per il resto di noi è un duro promemoria di un sistema che dà priorità ai guadagni a breve termine per pochi rispetto alla sopravvivenza a lungo termine di tutti noi.
Questi profitti non sono solo numeri in un bilancio; rappresentano opportunità rubate, incendi che bruciano le case, fumi che avvelenano i nostri corpi, ondate di calore mortali che uccidono indiscriminatamente e coste che scompaiono e costringono intere comunità a spostarsi: un clima destabilizzato che minaccia il tessuto stesso delle nostre società.
Il Summit of the Future e il Pact for the Future ci offrono un’opportunità unica per riscrivere la nostra storia. Queste iniziative riconoscono che il benessere delle generazioni future deve essere al centro del nostro processo decisionale odierno. Esse chiedono un mondo di pace, solidarietà e dignità, un mondo che è semplicemente incompatibile con il continuo predominio dei combustibili fossili.
Non sorprende quindi che 77 premi Nobel e leader mondiali abbiano firmato una lettera aperta chiedendo che la transizione dai combustibili fossili faccia parte integrante del patto. Nella loro lettera hanno osservato: “Se il Summit del futuro non affronta la minaccia dei combustibili fossili, non sarà degno del suo nome, rischiando di minare un’opportunità unica nel secolo per ripristinare la fiducia nel potere della cooperazione internazionale”.
Il Summit e il suo Patto per il futuro stanno accendendo una rinnovata fiducia nel multilateralismo oggi. Ma questa fiducia non può avvenire a costo di un futuro stabile.
La transizione dai combustibili fossili non riguarda solo il cambiamento delle nostre fonti energetiche; riguarda il reimmaginare il nostro rapporto con il pianeta e con gli altri. Riguarda la creazione di un mondo in cui la prosperità non si misura in base ai profitti di pochi, ma in base al benessere di molti.
Immaginate un mondo in cui ogni bambino respiri aria pulita, in cui le decisioni economiche diano priorità al benessere delle persone, delle società e del pianeta, in cui l’energia sia abbondante, pulita e accessibile a tutti. Questo non è un sogno utopico, è una necessità, ed è alla nostra portata. Possiamo cambiare il corso di ciò che abbiamo chiamato sviluppo. Ma per realizzarlo, dobbiamo agire con l’urgenza che questo momento ci richiede.
In preparazione al Summit del futuro, una Dichiarazione sulle generazioni future è stata redatta dagli stati membri delle Nazioni Unite in consultazione con gruppi indigeni e giovanili, attori della società civile, studiosi e altri, e sarà votata dai partecipanti al summit come uno dei suoi risultati. L’attuale bozza sottolinea giustamente il nostro dovere di preservare un pianeta vivibile. Come possiamo affermare di onorare questo dovere continuando a bruciare gli stessi combustibili che mettono a repentaglio quel futuro?
A coloro che traggono profitto dai combustibili fossili, dico questo: il vostro ingegno e le vostre risorse sono disperatamente necessari per costruire i sistemi di energia pulita di cui abbiamo bisogno ora. Ai governi: vi esorto non solo ad adottare un ambizioso Patto per il futuro, ma ad allineare le vostre politiche alla sua visione di sostenibilità, equità e solidarietà intergenerazionale. E a ogni individuo che legge questo: ricordate il vostro potere. Le vostre scelte, la vostra voce, il vostro voto: questi sono gli strumenti con cui costruiremo il nostro futuro.
Siamo gli agricoltori del futuro e i semi che piantiamo oggi determineranno il raccolto che i nostri figli mieteranno. Il percorso giusto ed equo lontano dai combustibili fossili è il percorso dell’amore: amore per il nostro pianeta, amore per l’umanità e amore per le generazioni a venire. È un percorso che richiede coraggio, innovazione e, sì, un ottimismo ostinato e implacabile.
Gli occhi delle generazioni future sono puntati su di noi. Ci chiedono: “Cosa hai fatto quando lo hai saputo?” Lasciamo che la nostra risposta sia che abbiamo accettato la sfida. Che abbiamo scelto un futuro di aria pulita, un clima stabile e prosperità condivisa. Che abbiamo amato abbastanza intensamente da cambiare rotta quando era più importante.
Questo è il nostro momento. Cogliamolo con tutta la determinazione, la creatività e la speranza che possiamo radunare. Il futuro, libero dalla tirannia dei combustibili fossili, è nostro da creare. Insieme, possiamo e dobbiamo costruire un mondo degno dei sogni dei nostri figli.
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