Le acque dei fiumi nel Bangladesh meridionale si stanno ritirando dopo giorni di inondazioni mortali, ma 300.000 persone si trovano ancora nei rifugi di emergenza e necessitano di aiuti, hanno affermato domenica le autorità competenti.
Le gravi inondazioni, che hanno causato la morte di almeno 18 persone in Bangladesh, hanno aggravato le sfide del nuovo governo insediatosi questo mese dopo le proteste di massa guidate dagli studenti.
Le squadre di soccorso, tra cui forze congiunte dell’esercito, dell’aeronautica e della marina, stanno aiutando le persone costrette ad abbandonare le proprie case e portando soccorso a chi ha perso tutto, ha affermato il ministro per la gestione dei disastri Faruk-e-Azam.
“La situazione delle inondazioni sta migliorando perché l’acqua ha iniziato a ritirarsi”, ha affermato.
Secondo il ministero, più di 307.000 persone si trovano nei rifugi e più di 5,2 milioni sono state colpite dalle inondazioni.
“Ora stiamo lavorando per ripristinare le comunicazioni nelle aree colpite in modo da poter distribuire cibo di soccorso”, ha detto Azam. “Stiamo anche prendendo misure affinché le malattie contagiose non si diffondano”.
In Bangladesh la gente ha iniziato a raccogliere fondi per gli aiuti umanitari.
Le inondazioni si aggiungono ai guai di una nazione ancora scossa da settimane di disordini politici culminati con la destituzione di Sheikh Hasina, fuggita in India in elicottero.
Al suo posto è subentrato il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, a capo di un governo ad interim che dovrà affrontare il monumentale compito di tracciare le riforme democratiche in vista delle previste nuove elezioni.
Le autostrade e le linee ferroviarie tra la capitale Dhaka e la principale città portuale di Chittagong sono state danneggiate, rendendo difficoltoso l’accesso ai quartieri gravemente allagati e interrompendo le attività commerciali.
Le piogge monsoniche causano ogni anno distruzioni su vasta scala, ma il cambiamento climatico sta modificando i modelli meteorologici e aumentando il numero di eventi meteorologici estremi.
Secondo il Global Climate Risk Index, questa nazione dell’Asia meridionale che conta 170 milioni di abitanti è tra i paesi più vulnerabili ai disastri e ai cambiamenti climatici.
Tra le zone più duramente colpite ci sono le regioni sudorientali attorno a Chittagong e Cox’s Bazar, dove vive circa un milione di rifugiati Rohingya provenienti dal vicino Myanmar.