I ministri del Commercio dell’Unione Europea hanno concordato di imporre tariffe proibitive su cereali e altri prodotti agricoli provenienti da Russia e Bielorussia a partire dal 1° luglio.
Le tariffe saranno di 95 euro (102,76 dollari) per tonnellata per i cereali e pari al 50% del loro valore per i semi oleosi. Le tariffe si applicheranno anche ai pellet di polpa di barbabietola e ai piselli secchi. La decisione dei ministri di giovedì fa seguito a una proposta della Commissione europea del 22 marzo.
L’annuncio delle nuove tariffe ha suscitato rapidamente la disapprovazione russa.
“I nuovi messaggi dell'UE dovranno ancora essere analizzati, ma la loro ideologia è chiara: vogliono escludere la Russia da tutto”, ha detto ai giornalisti la portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo Maria Zakharova in un briefing settimanale.
Vincent Van Peteghem, ministro delle finanze del Belgio, che detiene la presidenza di turno dell’UE, ha affermato che le nuove tariffe hanno lo scopo di fermare “nella pratica” le importazioni di grano dalla Russia e dalla Bielorussia nell’UE.
“Queste misure, quindi, impediranno la destabilizzazione del mercato dei cereali dell’UE, fermeranno le esportazioni russe di grano prodotto nei territori dell’Ucraina illegalmente appropriato e impediranno alla Russia di utilizzare i proventi delle esportazioni verso l’UE per finanziare la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina”, Egli ha detto.
Le importazioni di grano dell’UE da Mosca sono aumentate dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022.
I dati dell’ufficio statistico Eurostat mostrano che le importazioni sono cresciute da meno di 120 milioni di euro (130 milioni di dollari) nel 2020 a 290 milioni di euro (314 milioni di dollari) nel 2021 e 440 milioni di euro (477 milioni di dollari) nel 2023.
L’anno scorso, la Russia ha esportato nell’UE 4,2 milioni di tonnellate di cereali e prodotti agricoli correlati, per un valore di 1,3 miliardi di euro (1,4 miliardi di dollari). Ciò rappresentava circa l’1% del mercato dell’UE.
La commissione ha affermato che esiste il rischio che le importazioni possano aumentare, dato che le esportazioni complessive di grano russo sono aumentate a 50 milioni di tonnellate dai soliti 35 milioni di tonnellate.
I ministri dell’UE hanno affermato che l’aumento dei dazi doganali non danneggerebbe la sicurezza alimentare globale perché non influenzerebbe il transito dei prodotti attraverso il territorio dell’UE verso i paesi terzi.