La Cina ha insistito sul fatto che la sua iniziativa Belt and Road ha “dato i suoi frutti” in Italia, tra le crescenti aspettative che Roma uscirà dal programma infrastrutturale tipico di Pechino.
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha dichiarato al vice primo ministro italiano Antonio Tajani in visita che la crescente cooperazione tra i paesi ha portato i prodotti italiani ad entrare in migliaia di famiglie cinesi.
“L’amicizia millenaria ereditata dall’antica Via della Seta è sopravvissuta”, ha detto Wang lunedì durante un incontro con Tajani.
Wang ha affermato che il commercio bilaterale è cresciuto da 50 miliardi di dollari a quasi 80 miliardi di dollari e che le esportazioni italiane verso la Cina sono aumentate di circa il 30% negli ultimi cinque anni.
“La Cina e l’Italia dovrebbero adottare il giusto modo di andare d’accordo”, ha detto Wang.
Tajani ha affermato che l’Italia sostiene “un dialogo franco e aperto su principi e diritti”, anche a livello di Unione Europea, ha riferito l’agenzia di stampa italiana ANSA.
L’Italia è l’unica economia del Gruppo dei Sette (G7) ad aver aderito alla Belt and Road Initiative, ma negli ultimi mesi ha segnalato un crescente disagio nei confronti dell’accordo.
Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto a luglio ha descritto la decisione dell’allora premier Giuseppe Conte di aderire all’iniziativa nel 2019 come un “atto atroce” che aveva fatto ben poco per rilanciare le esportazioni italiane mentre inondava il paese con importazioni cinesi.
Il piano Belt and Road propone massicci investimenti in infrastrutture come strade, ponti e porti per ricreare le antiche rotte commerciali della Via della Seta che collegavano Europa e Asia.
I critici hanno considerato il progetto come un veicolo con cui Pechino può espandere la propria influenza geopolitica, anche gravando i paesi più poveri con debiti insostenibili.
L’adesione dell’Italia al programma è destinata a rinnovarsi automaticamente a marzo del prossimo anno, a meno che Roma non ne richieda la cancellazione entro dicembre.
In vista del suo viaggio in Cina, Tajani ha detto sabato che l’accordo “non ha portato i risultati che ci aspettavamo”.
“Dovremo valutare, il Parlamento dovrà decidere se rinnovare o meno la nostra partecipazione”, ha detto.
Il viaggio di Tajani in Cina segue una serie di recenti visite di leader occidentali, tra cui il ministro del Commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo e il ministro degli Esteri del Regno Unito James Cleverly.