La Corte Suprema del Brasile ha revocato il divieto su X di Elon Musk dopo che la piattaforma era stata bloccata a causa di una disputa sulla disinformazione.
“Autorizzo la restituzione immediata delle attività” di X, ha affermato il giudice Alexandre de Moraes nella sua sentenza, dopo che la società ha pagato milioni di dollari di multe per non aver rispettato una serie di ordini del tribunale.
Ha concesso all’ente regolatore delle comunicazioni brasiliano 24 ore per rendere nuovamente accessibile la piattaforma.
Musk, l’uomo più ricco del mondo e autoproclamatosi “assolutista della libertà di parola”, deve ancora reagire alla decisione.
Attraverso il suo account Global Affairs, X si è detta orgogliosa di tornare in Brasile, aggiungendo che “continuerà a difendere la libertà di parola, entro i confini della legge” nei paesi in cui opera.
La piattaforma precedentemente nota come Twitter è stata sospesa in Brasile, uno dei suoi mercati più grandi e ambiti, alla fine di agosto a causa di una situazione di stallo sulla disinformazione online relativa alla campagna elettorale brasiliana del 2022. X inoltre non aveva nominato un rappresentante legale nel Paese, come richiesto dalla legge.
Dopo che Moraes ha bloccato X, Musk si è scagliato contro il giudice, definendolo un “dittatore malvagio” e soprannominandolo “Voldemort” come il cattivo della serie Harry Potter.
Moraes, da parte sua, ha accusato la piattaforma di minare la democrazia permettendo alla disinformazione di prosperare – una posizione sostenuta dal presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che ha dichiarato che lo Stato non “si farà intimidire da individui, aziende o piattaforme digitali che si credono essere al di sopra della legge”.
X alla fine ha ottemperato a tutte le richieste di Moraes per la revoca della sospensione.
La settimana scorsa, il giudice ha confermato che la società aveva anche pagato multe per un ammontare di circa 5,2 milioni di dollari.
La disputa in Brasile fa parte di una serie di recenti scontri tra Musk e governi, tra cui Australia e Regno Unito, che cercano di prevenire la diffusione della disinformazione online.
X aveva 22 milioni di utenti in Brasile prima che fosse bloccato.