ICMD: Un nuovo strumento per porre fine all’impunità per coloro che violano le regole della guerra

Daniele Bianchi

ICMD: Un nuovo strumento per porre fine all’impunità per coloro che violano le regole della guerra

Nell’agosto 1864, un piccolo gruppo di nazioni adottò a Ginevra, in Svizzera, una convenzione volta a migliorare le condizioni dei feriti di guerra. La Prima Convenzione di Ginevra ha gettato le basi per il quadro giuridico denominato diritto internazionale umanitario (DIU). Conosciuto anche come “regole di guerra”, il diritto internazionale umanitario mira a ridurre i danni derivanti dai conflitti armati limitando i metodi e i mezzi di guerra.

Tuttavia, 160 anni dopo l’adozione della Prima Convenzione di Ginevra, assistiamo ancora a violazioni sistematiche del diritto internazionale umanitario, con conseguenze devastanti per milioni di persone colpite da conflitti armati in tutto il mondo.

In effetti, garantire un’ampia conformità al diritto internazionale umanitario si è rivelato un compito arduo. Nonostante l’esistenza di solidi quadri giuridici, la mancanza di volontà politica e di meccanismi efficaci per ritenere responsabili i trasgressori ha portato a una diffusa impunità. Questa impunità non sta solo minando lo stato di diritto a livello nazionale e internazionale, ma sta anche perpetuando cicli di violenza e sofferenza.

Pertanto, gli organismi internazionali interessati al rispetto del diritto internazionale umanitario, come il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e le Nazioni Unite, sostengono da tempo meccanismi di conformità più forti.

Alla sua 32a conferenza internazionale nel 2015, ad esempio, il CICR, sostenuto dal governo svizzero, ha proposto una risoluzione che creerebbe un incontro regolare degli Stati per segnalare il rispetto del DIU. La speranza era che l’incontro potesse fornire agli Stati uno “spazio sicuro” per discutere l’attuazione del diritto internazionale umanitario lontano da pressioni politiche e spingere per responsabilità e conformità. La proposta, tuttavia, non ha ricevuto un sostegno adeguato da parte degli Stati e non è stata istituita.

Il persistente rifiuto da parte degli stati di adottare un meccanismo per monitorare il rispetto del diritto internazionale umanitario ha implicazioni significative per le vittime dei conflitti armati. La mancanza di responsabilità mina lo stato di diritto, rende più difficile la protezione delle popolazioni civili e ostacola le operazioni di aiuto umanitario nelle zone di conflitto attivo.

Pertanto, vi è l’urgente necessità di istituire un sistema indipendente di monitoraggio della conformità in grado di monitorare e segnalare potenziali violazioni del DIU.

La via da seguire per la conformità al diritto internazionale umanitario, ispirata al passato

Raoul Wallenberg, inviato speciale della Svezia nell’Ungheria occupata dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, salvò decine di migliaia di ebrei ungheresi dalla persecuzione nazista fornendo loro passaporti protettivi e ospitandoli in edifici che dichiarò territorio svedese. Gli sforzi di Wallenberg andarono oltre la sua missione diplomatica; ha mostrato profonda compassione, umanità e determinazione. Le sue azioni hanno lasciato un’eredità duratura e sono un potente esempio di coraggio morale e dell’impatto che un individuo può avere di fronte al male.

Nel 1984, l’Istituto Raoul Wallenberg per i diritti umani e il diritto umanitario (RWI) è stato fondato presso l’Università svedese di Lund per onorare la sua eredità e “contribuire a una più ampia comprensione e rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale”.

Oggi, mentre le promesse di “mai più” fatte dopo la Seconda Guerra Mondiale sembrano essere state dimenticate, e mentre gli orrori della guerra continuano ad affliggere l’umanità in Sudan, Gaza, Ucraina, Siria, Colombia, Yemen, Myanmar, Mali, Libano e altrove, RWI ha intrapreso un’iniziativa innovativa che promette di rivoluzionare il modo in cui monitoriamo il rispetto del diritto internazionale umanitario.

RWI sta istituendo una nuova iniziativa di ricerca accademica, denominata IHL Compliance Monitoring Database (ICMD), che mira a diventare una pietra angolare dell’architettura globale che sostiene i principi del DIU. RWI e i suoi partner, utilizzando le tecnologie più recenti, raccoglieranno, aggregheranno e documenteranno sistematicamente i dati globali sulle presunte violazioni del diritto internazionale umanitario e presenteranno queste informazioni su un’unica piattaforma accessibile. Utilizzando tecnologie di apprendimento automatico, l’ICMD sarà anche in grado di raccogliere e analizzare informazioni ad accesso libero per produrre rapporti di alta qualità su potenziali violazioni del DIU.

La copertura globale fornita dall’ICMD consentirà l’analisi delle tendenze all’interno e tra i conflitti armati, offrendo spunti cruciali per politici, professionisti e ricercatori. Da questa ricchezza di informazioni credibili, l’ICMD sarà in grado di produrre analisi di monitoraggio della conformità al diritto internazionale umanitario di livello mondiale. Questo lavoro non solo promuoverà la consapevolezza e la conoscenza del DIU, ma sosterrà anche il discorso politico e la promozione di un rispetto più approfondito del DIU ai massimi livelli.

La strada da percorrere

Il continuo mancato rispetto del diritto internazionale umanitario rappresenta una grave minaccia per la pace e la sicurezza globali. Ma il momento di agire è adesso. Gli Stati devono sostenere iniziative come l’ICMD e impegnarsi a rafforzare i meccanismi di monitoraggio del DIU. Come cittadini, anche noi abbiamo un ruolo: fare pressione sui nostri governi affinché diano priorità al diritto internazionale umanitario e richiedano una migliore attuazione e applicazione.

La strada da percorrere è lunga e impegnativa, ma con sforzi concertati e impegno per la giustizia possiamo fare passi da gigante verso un mondo più umano e giusto. L’iniziativa dell’ICMD incarna questo spirito, offrendo un potente strumento per garantire che le presunte violazioni del diritto internazionale umanitario siano sistematicamente documentate per sostenere gli sforzi volti a contrastare l’impunità, ripristinare lo stato di diritto e riparare i danni arrecati alle vittime.

Traiamo ispirazione dal coraggio e dalla dedizione di Wallenberg e diamo il nostro sostegno a questa nobile ed essenziale iniziativa, sapendo che forze forti cercano ancora di minare l’obiettivo del DIU di limitare i danni della guerra.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono agli autori e non riflettono necessariamente la posizione editoriale di Oltre La Linea.

Daniele Bianchi

Daniele Bianchi, nativo di Roma, è il creatore del noto sito di informazione Oltre la Linea. Appassionato di giornalismo e di eventi mondiali, nel 2010 Daniele ha dato vita a questo progetto direttamente da una piccola stanza del suo appartamento con lo scopo di creare uno spazio dedicato alla libera espressione di idee e riflessioni. La sua mission era semplice e diretta: cercare di capire e far comprendere agli altri ciò che sta effettivamente succedendo nel mondo. Oltre alla sua attività di giornalista e scrittore, Daniele investe costantemente nell'arricchimento della sua squadra, coinvolgendo professionisti con le stesse passioni e interessi.