Gli astronomi scoprono la prima "bolla di galassie" larga un miliardo di anni luce

Daniele Bianchi

Gli astronomi scoprono la prima “bolla di galassie” larga un miliardo di anni luce

Un team di astronomi internazionali ha scoperto la prima “bolla di galassie”, una struttura cosmica inimmaginabilmente enorme che misura un miliardo di anni luce di diametro e si ritiene sia un residuo fossilizzato subito dopo il Big Bang.

La bolla è 10.000 volte più ampia della Via Lattea, secondo gli scienziati che hanno effettuato la scoperta e hanno pubblicato i loro risultati questa settimana.

“Questa bolla fenomenale è un fossile risalente al tempo del Big Bang, 13 miliardi di anni fa, quando si formò l’universo”, ha detto nei commenti pubblicati giovedì un membro del team Cullan Howlett, della Scuola di Matematica e Fisica dell’Università del Queensland.

“Non la stavamo nemmeno cercando, ma la struttura è così enorme che si è estesa fino ai bordi del settore del cielo che stavamo analizzando”, ha detto Howlett in un’intervista pubblicata dall’Università del Queensland.

“Fa impallidire molte delle più grandi strutture conosciute, come la Grande Muraglia di Sloan e il superammasso di Bootes, che in realtà fanno parte di questa bolla”, ha detto.

“Ciò che lo rende ancora più incredibile è che è proprio nel nostro cortile”, ha aggiunto.

La bolla è centrata a circa 820 milioni di anni luce dalla nostra galassia, in quello che gli astronomi chiamano universo vicino.

Howlett ha affermato che la scoperta fornisce un quadro più chiaro del tasso di espansione dell’universo e che i risultati potrebbero rivoluzionare la cosmologia.

“La nostra analisi suggerisce che, poiché questa bolla è più grande del previsto, l’universo si è espanso ulteriormente rispetto a quanto originariamente previsto”, ha affermato.

“Siamo ora un passo avanti verso un grande cambiamento nel campo della cosmologia, in cui l’intero modello dell’universo potrebbe aver bisogno di essere rivalutato”.

“Il Grande Niente”

Il membro del team Daniel Pomarede, astrofisico della Commissione francese per l’energia atomica, ha affermato che la bolla delle galassie può essere pensata come “un guscio sferico con un cuore”.

All’interno di quel cuore si trova il superammasso di galassie Bootes, circondato da un vasto vuoto a volte chiamato “il Grande Niente”.

Il guscio contiene molti altri superammassi di galassie già noti alla scienza, inclusa la massiccia struttura conosciuta come la Grande Muraglia di Sloan.

Pomarede ha affermato che la scoperta della bolla, descritta nella ricerca di cui è coautore e pubblicata su The Astrophysical Journal questa settimana, è stata “parte di un processo scientifico molto lungo”.

La scoperta conferma anche un fenomeno descritto per la prima volta nel 1970 dal cosmologo canadese-americano – e futuro vincitore del Premio Nobel per la fisica – Jim Peebles.

Ha teorizzato che nell’universo primordiale – allora uno stufato di plasma caldo – l’agitazione della gravità e della radiazione creava onde sonore chiamate oscillazioni acustiche barioniche (BAO).

Mentre le onde sonore si increspavano nel plasma, creavano bolle.

Circa 380.000 anni dopo il Big Bang, il processo si fermò quando l’universo si raffreddò, congelando la forma delle bolle. Le bolle poi sono diventate più grandi man mano che l’universo si espandeva, in modo simile ad altri resti fossili risalenti al periodo successivo al Big Bang.

Gli astronomi avevano già rilevato segnali di BAO nel 2005 osservando i dati provenienti dalle galassie vicine. Ma secondo i ricercatori, la bolla appena scoperta è la prima oscillazione acustica barionica singola conosciuta.

Gli astronomi hanno chiamato la loro bolla Ho’oleilana – che significa “mormorii di risveglio” – prendendo il nome da un canto hawaiano della creazione.

Il nome deriva dall’autore principale dello studio Brent Tully, un astronomo dell’Università delle Hawaii.

Daniele Bianchi

Daniele Bianchi, nativo di Roma, è il creatore del noto sito di informazione Oltre la Linea. Appassionato di giornalismo e di eventi mondiali, nel 2010 Daniele ha dato vita a questo progetto direttamente da una piccola stanza del suo appartamento con lo scopo di creare uno spazio dedicato alla libera espressione di idee e riflessioni. La sua mission era semplice e diretta: cercare di capire e far comprendere agli altri ciò che sta effettivamente succedendo nel mondo. Oltre alla sua attività di giornalista e scrittore, Daniele investe costantemente nell'arricchimento della sua squadra, coinvolgendo professionisti con le stesse passioni e interessi.