Eclissi solare artificiale: perché i satelliti cercano di bloccare il sole?

Daniele Bianchi

Eclissi solare artificiale: perché i satelliti cercano di bloccare il sole?

Quando vedi un’eclissi solare, spesso pensi alla luna che passa tra la Terra e il sole, bloccando temporaneamente la luce solare dal raggiungere la Terra. Questo allineamento è noto come sizigia (suona come siz-uh-jee).

Tuttavia, la settimana scorsa, l’Agenzia spaziale europea (ESA) ha lanciato due veicoli spaziali che mireranno a imitare il comportamento della luna creando per la prima volta in assoluto un’eclissi solare artificiale. L’idea? Per dimostrare la disponibilità di una tecnologia chiamata volo in formazione precisa (PFF) e per studiare l’atmosfera del sole, nota come corona. La missione si chiama Proba-3 (Progetto per l’autonomia di bordo).

“In questo momento questo [the corona] è una regione del sole che è stata scarsamente studiata e gli scienziati al giorno d’oggi non comprendono veramente alcuni dei fenomeni che stanno accadendo lì”, ha detto Ester Bastida, ingegnere di sistema Proba-3, in un recente video dell’ESA. Una delle domande chiave sulla corona che gli scienziati vogliono capire è perché è significativamente più calda del sole stesso.

Mentre la superficie del sole è a circa 5.500 gradi Celsius (9.932 gradi Fahrenheit), la corona – la sottile atmosfera esterna del sole – può raggiungere temperature di 1-3 milioni di gradi Celsius (1,8-5,4 milioni di gradi Fahrenheit).

Sebbene la circonferenza del sole sia di circa 4.373.000 chilometri (2.717.000 miglia), i brillamenti solari provenienti dalla corona possono raggiungere la Terra, a quasi 150 milioni di chilometri (93 milioni di miglia) di distanza.

In che modo Proba-3 crea un’eclissi?

Il Proba-3 è stato lanciato il 5 dicembre presso il Satish Dhawan Space Center in India, una delle strutture di lancio spaziale più utilizzate al mondo.

I due satelliti spaziali saranno trasportati nello spazio a circa 60.000 km (37.280 miglia) sopra la Terra utilizzando il razzo PSLV-C59, costruito dall’Indian Space Research Organization (ISRO). Il Coronagraph Spacecraft (CSC) è responsabile della guida dell’Occultore (OSC), il secondo veicolo spaziale che ha un disco con un diametro di 140 cm (55 pollici), che proietterà un’ombra controllata sulla navicella Coronagraph.

Secondo l’ESA, i due veicoli spaziali utilizzeranno la tecnologia Precise Formation Flying (PFF) per posizionarsi esattamente a 150 metri (492 piedi) di distanza, allineandosi con il sole “in modo che un veicolo spaziale blocchi il brillante disco solare per l’altro”.

Per avere successo, la manovra dell’eclissi solare dovrà avere una precisione millimetrica, creando un’eclissi solare su richiesta per un massimo di sei ore in modo che i ricercatori possano studiare la corona solare.

Cosa sperano di ottenere i ricercatori durante questa missione?

Uno degli obiettivi è dimostrare la tecnologia PFF, che utilizza il GPS e i collegamenti radio intersatellitari per il posizionamento iniziale, mantenendo una distanza precisa sia tra la navicella Coronagraph che la navicella Occulter.

Inizialmente, i due veicoli spaziali satellitari rimangono collegati. Ma una volta separati, possono mantenere la formazione: si troveranno a una distanza di 25-250 m (82-820 piedi).

Il secondo obiettivo è utilizzare l’attrezzatura integrata che osserverà la corona per capire perché la corona è più calda del sole. Uno degli strumenti a bordo è un coronografo, un dispositivo telescopico che aiuta a bloccare la luce di una stella o di un altro oggetto molto luminoso in modo da poter vedere altre cose. Il coronografo Proba-3 ha un nome prolisso: Association of Spacecraft for Polarimetric and Imaging Investigation of the Corona of the Sun (ASPICCS).

Questa tecnologia simula le condizioni di osservazione di un’eclissi solare totale con notevole precisione, eliminando le interferenze tipicamente causate dall’atmosfera terrestre.

Perché è un grosso problema?

La corona rimane tipicamente invisibile a causa della sua luminosità estremamente bassa, apparendo un milione di volte più leggera della superficie luminosa del sole. Diventa visibile ad occhio nudo solo durante le eclissi solari, quando la luna blocca l’intensa luce del sole.

“Studiando la corona solare, possiamo prevedere meglio il meteo spaziale e le tempeste geomagnetiche estreme, che possono causare gravi interruzioni ai satelliti e ai sistemi sulla Terra”, ha affermato l’ESA in un recente video sulla missione.

Le eclissi solari totali sono molto rare: in qualsiasi punto della Terra se ne vede una solo ogni 375 anni e durano solo pochi minuti.

Se Proba-3, che ha un’orbita di 19 ore e 36 minuti, riesce nella sua missione, gli scienziati non dovranno aspettare. Potranno studiare la corona per sei ore in ogni ciclo orbitale della missione.

Daniele Bianchi

Daniele Bianchi, nativo di Roma, è il creatore del noto sito di informazione Oltre la Linea. Appassionato di giornalismo e di eventi mondiali, nel 2010 Daniele ha dato vita a questo progetto direttamente da una piccola stanza del suo appartamento con lo scopo di creare uno spazio dedicato alla libera espressione di idee e riflessioni. La sua mission era semplice e diretta: cercare di capire e far comprendere agli altri ciò che sta effettivamente succedendo nel mondo. Oltre alla sua attività di giornalista e scrittore, Daniele investe costantemente nell'arricchimento della sua squadra, coinvolgendo professionisti con le stesse passioni e interessi.