I tassi di fertilità in quasi tutti i paesi saranno troppo bassi per sostenere le loro popolazioni entro la fine di questo secolo, avverte un importante studio.
Secondo lo studio pubblicato lunedì su Lancet, entro il 2100 le popolazioni di 198 paesi su 204 diminuiranno e la maggior parte delle nascite avverrà nei paesi poveri.
Si prevede che nell’Africa sub-sahariana nascerà un bambino su due nel 2100, mentre solo Somalia, Tonga, Niger, Ciad, Samoa e Tagikistan saranno in grado di sostenere le loro popolazioni, secondo lo studio condotto dall’Institute for Health Metrics and Valutazione (IHME) presso l'Università di Washington.
“Le implicazioni sono immense. Queste tendenze future nei tassi di fertilità e nei nati vivi riconfigureranno completamente l’economia globale e gli equilibri di potere internazionali e richiederanno una riorganizzazione delle società”, ha affermato Natalia V Bhattacharjee, co-autrice principale e ricercatrice capo presso l’IHME.
“Il riconoscimento globale delle sfide legate alla migrazione e alle reti di aiuto globali sarà ancora più critico quando c’è una forte concorrenza per i migranti per sostenere la crescita economica e mentre il baby boom dell’Africa sub-sahariana continua a ritmo sostenuto”.
Il drammatico calo dei tassi di fertilità globale è destinato a trasformare i modelli di popolazione globale entro il 2100, suggerisce il nuovo studio GBD Capstone.
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—The Lancet (@TheLancet) 20 marzo 2024
Il cambiamento demografico porterà a un divario tra “baby boom” e “baby bust”, affermano gli autori dello studio, in cui i paesi più ricchi lottano per mantenere la crescita economica e i paesi più poveri sono alle prese con la sfida di come sostenere le loro popolazioni in crescita.
“Una grande sfida per i paesi dell’Africa sub-sahariana con la più alta fertilità è quella di gestire i rischi associati alla crescente crescita della popolazione o al rischio di una potenziale catastrofe umanitaria”, ha affermato Austin E Schumacher, co-autore principale e assistente professore all’IHME.
“L’enorme cambiamento nel numero delle nascite sottolinea la necessità di dare priorità a questa regione negli sforzi per ridurre gli effetti del cambiamento climatico, migliorare le infrastrutture sanitarie e continuare a ridurre i tassi di mortalità infantile, insieme ad azioni per eliminare la povertà estrema e garantire che i diritti riproduttivi delle donne, la pianificazione familiare e l’istruzione per le ragazze sono priorità assolute per ogni governo”.
Lo studio ha basato i suoi risultati su sondaggi, dati di censimento e altre fonti di informazioni raccolte tra il 1950 e il 2021 come parte del Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study, una collaborazione decennale che coinvolge più di 8.000 scienziati provenienti da più di 150 paesi.