Report sulla Guerra in Siria: la flotta russa lancia un’esercitazione in risposta alle minacce USA

Mentre l’esercito statunitense si prepara per un possibile intervento militare contro il legittimo governo del paese, la flotta russa ha dato il via ad un’esercitazione lungo la costa siriana. L’esercitazione russa si terrà dall’11 al 26 Aprile, periodo nel quale, secondo diversi esperti, si profila l’azione militare americana qualora il presidente Donald Trump decidesse di approvare i piani del pentagono. Il 10 aprile, l’inviato russo in Libano, Alexander Zasypkin ha confermato ancora una volta che le forze russe sono pronte a intercettare qualsiasi missile lanciato contro il paese nel caso di un’escalation militare. Ali Akbar Velayati, il primo consigliere del leader iraniano Ali Khamenei, ha confermato il suo appoggio a Damasco nel caso di un attacco USA contro i suoi alleati.

Dall’altra parte, Israele, schieratosi a fianco dell’Arabia Saudita, rimane il più grande opponente dell’Iran nella regione, appoggiando apertamente l’esercito americano in una possibile azione contro la Siria. Il ministro Yoav Galant, comandante delle Forze di Difesa di Israele, ha pubblicamente dichiarato la possibilità di assassinare il legittimo presidente siriano dicendo che “il mondo sarebbe un posto migliore senza Assad”. Regno Unito, Francia e Germania si accodano ovviamente al volere USA, così anche l’Italia.

Secondo il Ministro della Difesa russo, oltre 3,354 combattenti di Jaysh al-Islam e 8,642 membri delle loro famiglie sono stati evacuati dal distretto di Duma in seguito all’accordo raggiunto da Damasco e i leader della fazione terroristica l’8 aprile. Il numero dei rimanenti ribelli “moderati” è sconosciuto. Nonostante ciò, fonti locali si aspettano che l’evacuazione terminerà nelle prossime 48 o 72 ore. L’esercito Siriano ha già formalmente occupato l’intera area. Il 12 aprile, membri dei servizi della polizia militare russa sono pronti per essere dispiegati nel distretto di Duma. Secondo fonti pro-governative, renderanno l’area sicura  per gli investigatori internazionali che cercheranno prove per quanto riguardo il sedicente uso di armi chimiche.

La Russia, la Siria e l’Iran hanno definito l’accusa dell’attacco con armi chimiche come una provocazione degli Stati Uniti e i loro alleati, usata per aumentare la pressione contro il legittimo presidente Bashar al Assad, e per legittimare l’ennesimo illegale intervento militare contro Damasco.

(traduzione a cura di i Marco Franzoni da SouthFront)