Cari progressisti…e se i fascisti foste proprio voi?

Ebbene, si è conclusa anche la tornata elettorale tedesca: SPD prende la sberla della sua vita, CDU non è su quelle medie ma quasi, visto che è il suo peggiore risultato dal 1949.

La Merkel ce la fa. Ma non è un caso che le sue prime parole siano state, oltre a “diciamolo chiaramente, speravamo in un risultato diverso”, “da oggi dobbiamo concentrarci sulla lotta all’immigrazione illegale“.

La cancelliera governerà ancora, ma farà fatica perché i numeri, in parlamento, non le permettono di avviare una politica realmente autonoma. Tralasciando la considerazione triste secondo la quale in Germania è situazione del tutto particolare qualcosa che da noi è la norma (e ce lo ricordano impietosamente i 6 presidenti del consiglio che in questi anni hanno incontrato la Merkel, per carità, governante molto longeva, ma la cosa dovrebbe far riflettere), la vera mazzata è la posizione della CDU, e il palese crollo dei consensi avuto nel Paese: – 8% dei voti.

L’immigrazione è una ragione fondamentale di questa perdita, è conseguenza fondamentale dell’abbraccio della frau tedesca alle ideologie progressiste, culminate in quella accoglienza teatrale che fece dei profughi siriani nell’autunno del 2015.

Gli attentati di questi anni, chiaramente, hanno fatto il resto. Dunque la domanda, a termine di questa che più che un’analisi è un banalissimo pensiero (ma dai semplici pensieri spesso nascono spunti interessanti) è: ma in cosa si concreterebbe questo presunto pericolo di questi presunti fascismi? AfD prende il 13%, signori.

E qualcuno, sotto l’articolo del buon Marcello Foa  si permette di osservare “se le notizie sui clandestini fossero arrivate nella loro interezza, avrebbero preso anche di più”. Un riferimento – forse – agli stupri di Colonia, ma anche alla sensazione di pericolo che il cittadino comune accuserebbe ogni santo giorno.

Quindi sì, i fascisti e gli xenofobi. Ma, alla radice, quale sarebbe il problema? Che i “fascisti” vogliono il controllo delle frontiere, la sicurezza pubblica e una cittadinanza garantita? E che il popolo – strano – desideri la stessa cosa, sebbene rallentato e traviato da una propaganda ossessiva che dura da decenni? Se i “fascisti” vengono criticati nei capisaldi delle esigenze popolari, verrà mai un giorno in cui una maledetta domanda sfiorerà la mente di chi governa? Un minimo, un briciolo di rispetto per i cittadini, visto che i malvagi eredi del Terzo Reich e del Littorio – pare, sembra, non vogliamo certo permetterci di contestare, e poi la legge Fiano è dietro l’angolo – propongono cose che aiutano i cittadini più di voi? E se i fascisti foste proprio voi?

Una precisazione, poi, deve sempre esser chiara. Il più pulito ha la rogna. E la rogna è la dipendenza dal sistema europeo e occidentale, il che rende complicato un approccio diversificato per qualsiasi forza politica: a meno di non essere definiti “ultradestra”, “fascisti”, “xenofobi” e più genericamente “populisti”. Se AfD sarà o meno rogna, lo dirà solo il tempo. Ma l’esperienza insegna che il sistema è talmente solido che facilmente ingloba una forza, specialmente quando diviene sufficientemente popolare e seguita. Auguri.

Quando Berlusconi chiamò “kapò” Martin Schulz il 2 luglio del 2003, la sinistra italiana, ovvero quella “un po’ meno pulita” con la rogna europeista di cui sopra, scaraventò tutti i suoi mezzi mediatici e culturali per continuare nell’attacco frontale all’allora presidente del Consiglio: l’episodio fu definita “gaffe” e aggiunta al solito supposto elenco di figurelle compiute dall’ex-Cavaliere.

In realtà Berlusconi, con tutti i limiti che si possono attribuire alla sua condotta politica, sempre costellata dalla “rogna” di cui sopra, che altro non è se non il liberalismo globalista che sta uccidendo culture, economie e identità da troppo tempo, aveva semplicemente capito in anticipo rispetto agli intelligentoni anticonflittidinteressi di casa nostra di che pasta fosse l’Europa. E fece un discorso, ebbe una reazione di dignità. L’unica? Può darsi. Sicuramente troppo poco. Con 14 anni di ritardo, qualcuno se ne accorge. Anche se non parla spesso, è troppo orgoglioso.

Gli stessi 14 anni dopo,  Schulz guarda con tristezza ai risultati del suo partito. E all’umiliazione di tutta la politica europea dell’establishment. Che continua a chiamare fascisti coloro che, banalmente, la pensano come il popolo. E continua a non rispettarli preferendo imporre la propria volontà. Ma questa è loro abitudine tradizionale.

(di Stelio Fergola)