“La Gabbia Open”: è scontro tra Mentana e Paragone

La recentissima chiusura della Gabbia Open, noto programma televisivo in onda su La7, ha scatenato un’enorme bufera mediatica sui social. La Rete è diventata terreno di scontro tra chi reputava il programma condotto da Gianluigi Paragone di opposizione, e quindi ritiene che sia stato vittima di un’epurazione e da chi ne plaude l’eliminazione, considerandolo una trasmissione becera e antigovernativa. Inoltre, Enrico Mentana, direttore del Tg La7, eletto come figura di riferimento da i liberal, ha infiammato la situazione scrivendo su Facebook il seguente post:
“La7 è come una strada di artigiani, in cui ognuno ha la sua bottega, coi suoi talenti e i suoi difetti: insomma con le sane differenze che rendono varia un’offerta. Capita che arrivi qualcuno da fuori ad aprire il suo spazio, ed è sempre ben accetto. Capita che qualcuno scelga di andare altrove, ed è il mercato. Ma dalla strada delle botteghe della 7 non si sfratta nessuno, né lo si lascia nella bottega chiusa. Magari si cambia un’insegna, si mette in mostra un lavoro nuovo, ma niente epurazioni. Paragone chiaro?”.

La frecciata lanciata al collega ha prodotto un aumento della polemica stessa, portando il direttore del Tg dell’emittente di Cairo a litigare perfino con alcuni utenti e a ricevere, tramite post Facebook, una piccata risposta di Paragone, la quale alludeva a una vera e propria persecuzione di stile dittatoriale nei suoi confronti, citando anche altri programmi ideati e condotti da lui stesso cancellati dalla programmazione di La7. Tuttavia, per comprendere e quindi analizzare meglio la situazione servono un paio di precisazioni. Per quanto riguarda La Gabbia Open, sebbene abbia avuto un indirizzo improntato sull’opposizione al governo, motivo per il quale ha avuto come ospiti numerosi personaggi politici appartenenti a partiti ostili agli ultimi due esecutivi, è comunque rea di aver prodotto e pubblicato servizi scandalistici e di parte, senza voler fornire un’informazione imparziale e neutrale al pubblico. D’altro canto, i paladini del politicamente corretto non devono festeggiare: questo atto ha fatto maturare in molti cittadini la consapevolezza di una vera e propria epurazione, volta ad eliminare chiunque non si adegui al pensiero dominante. D’altronde, per i liberal, qualunque informazione venga fatta trapelare diventa un vero e proprio dogma da difendere a oltranza: lo stesso Mentana, tempo fa, espresse dubbi in merito all’ultimo attentato avvenuto all’aeroporto di Bruxelles, venendo additato come complottista dagli stessi che pendevano dalle sue labbra poche ore prima. Non credo siano necessari commenti.

Ma torniamo allo scontro Mentana-Paragone. Il pungente sarcasmo del Direttore del Tg La7 lascia poco all’immaginazione: è l’ennesimo tentativo di voler difendere l’indifendibile, di voler occultare la realtà dei fatti. Nonostante l’emittente di Cairo e Mentana colgano ogni occasione per dichiarare il loro spirito libero e privo di ogni legame con le forze politiche nazionali, l’amministrazione e quindi il piano editoriale di La7 è sempre di più pendente verso l’ideologia liberal, come denotano molte esternazioni pronunciate dai suoi dipendenti, primo fra tutti Mentana. La giustificazione costante dell’immigrazione, la difesa dell’istituzione europea, il voler emarginare chiunque non la pensi in una determinata maniera (anche se alcuni soggetti, i quali sono accecati dai complotti, lo meritano), denotano una vera e propria volontà di voler imporre le proprie idee, e se necessario, elevarsi a portatore di Verità. La menzogna non paga, caro Mentana: prima o poi bisognerà fare i conti con la realtà e dimostrarsi per quello che si è veramente, altrimenti come possiamo avere fiducia in un giornalista che fa dell’ipocrisia la sua bandiera?

(Di Federico Gozzi)