Asce a due mani e fedeltà fino alla morte: gli Housecarls

Fedeli fino alla morte. È questa la caratteristica che rendeva gli Housecarls, la guardia personale dei re anglosassoni e scandinavi, una delle truppe più temute del primo medioevo. Dalle Isole Britanniche fino ai nuovi domini vichinghi nella terra dei Rus, ogni principe o reale si circondava dei guerrieri più forti, feroci e fedeli. Temuti in battaglia e rispettati a corte, capitava spesso che questi guerrieri non avessero solamente un ruolo bellico, ma fossero in certi casi anche amministratori delle proprietà private del re. Il termine deriva dall’antico norreno Hùskarl che significa letteralmente “uomo di casa”. Stava a indicare che questo guerriero non era un servo, bensì un uomo libero che si era posto a difesa di una certa famiglia. L’uso di circondarsi di una guardia del corpo di Housecarls venne introdotto in Inghilterra da Canuto il Grande, conquistatore danese dell’intera isola nei primi anni del 1000. È invero una caratteristica tipica dei re di tutti i domini sorti dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente quella di circondarsi di guerrieri fidati ed esperti, tradizione in verità ereditata dall’impero stesso, basti pensare ai famosissimi pretoriani. Per quanto riguarda il medioevo la mente corre subito ai leggendari paladini di Carlo Magno, o ai nobili Longobardi raffigurati a difesa del re Agilulfo nella sua famosa lamina.

Fra i capoclan vichinghi e i re del nord scandinavo inizialmente era uso circondarsi di Berserker, i famosissimi guerrieri orso o guerrieri lupo. Fanatici iniziati al culto di Odino che combattevano sotto l’effetto di funghi allucinogeni e grandi quantità di birra senza sentire il dolore delle ferite. Ma a lungo andare, con la vittoria del Cristianesimo, questi devoti guerrieri pagani non furono più visti di buon occhio (forse anche perché, in preda all’estasi della battaglia e dei funghi, non riconoscevano più nemici e amici e in battaglia uccidevano chiunque gli capitasse sotto tiro).

Di tutt’altra pasta erano gli Housecarls. Veterani di molte battaglie, le loro formazioni seguivano una rigida disciplina e un ancor più duro addestramento. E qui entra in gioco una delle caratteristiche più famose di questi guerrieri del nord: il loro armamento. Utilizzavano infatti la terribile ascia danese, un’arma gigantesca e terribile il cui manico poteva raggiungere le dimensioni di 120-150 cm, senza contare la lama. Quest’ascia gigantesca, nelle mani di un esperto, poteva decapitare un cavallo con solo un taglio. Non parliamo di cosa poteva fare ai crani delle persone. Per poter brandire con efficienza e precisione un’arma di questo genere serviva un costante allenamento e una forza sovrumana.

Fedeli fino alla morte e capaci di uccidere un uomo pesantemente armato con un solo colpo, gli Housecarls erano considerati tra le migliori truppe d’élite verso la fine del X secolo. Nel famoso arazzo di Bayeux, cucito dalle donne normanne per raccontare la storia della conquista normanna d’Inghilterra e l’ascesa al trono di Guglielmo il Conquistatore, possiamo vedere più volte raffigurati questi guerrieri. Ma è proprio in questo racconto che viene narrato anche l’inizio del declino della loro fama. Nella battaglia di Hastings, infatti, non riuscirono a difendere e proteggere il loro re, Aroldo Godwinson, che cadde mortalmente ferito a un occhio da una freccia. In questa battaglia il muro di scudi anglosassone, ben arroccato in cima a un monte, si sfaldò all’inseguimento della cavalleria normanna in fuga. I cavalieri di Guglielmo fecero però dietrofront e massacrarono l’esercito sassone ormai disunito. Rimasero solo i fedeli Housecarls di Aroldo che, nonostante la morte del loro re, continuarono a combattere e a falcidiare con le loro gigantesche asce i soldati di Guglielmo. Più di una volta nell’arazzo di Bayeux vediamo dei guerrieri che con la loro gigantesca ascia colpiscono dei cavalieri all’attacco. Morirono tutti, caddero intorno al loro re che avevano giurato di proteggere.

Più che adatte sono, per ricordare questi leali guerrieri, le parole recitate in un poema anglosassone “The battle of Maldon”. Qui, come nel caso degli Housecarls ad Hastings, le guardie del corpo di Beorhtnoth, nobile sassone caduto combattendo i vichinghi, combatterono fino alla fine intorno al cadavere del loro signore tenendo fede al giuramento che avevano prestato. È Beorhtwold, uno dei più anziani dell’entourage del conte, che incita e motiva i compagni circondati ormai dai norvegesi e sicuri della sconfitta e della morte imminente a pronunciare le celebri parole che costituiscono una sorta di sintesi del codice dell’eroismo: “l’animo sia tanto più fermo, il cuore più audace,
il coraggio tanto maggiore, quanto più diminuiscono le nostre forze”.

Ma la storia delle guardie del corpo nordiche con le gigantesche asce a due mani sopravvisse alla battaglia di Hastings. Il grande imperatore di Costantinopoli infatti si era circondato di una guardia personale composta solo da anglosassoni, russi e scandinavi. Questi composero la fedelissima Guardia Variaga, truppe d’élite degli ultimi imperatori bizantini, continuando ad usare la temibile ascia danese e provando più volte il loro valore in battaglia.

(di Marco Franzoni)