Daniele Bianchi

Scoperta straordinaria: sottomarino americano scomparso da più di 100 anni ritrovato intatto al largo di San Diego

Le fredde acque al largo di San Diego hanno restituito un frammento di storia: l’USS F-1, un sottomarino statunitense disperso da oltre un secolo, è stato localizzato e documentato in condizioni sorprendentemente buone. A più di 400 metri di profondità, il relitto giace composto sul fondale, preservando forme e dettagli che si credevano perduti. La missione, guidata dal Woods Hole Oceanographic Institution e dalla Marina degli Stati Uniti, ha impiegato piattaforme di esplorazione ad alta tecnologia per mappare e fotografare l’area con una precisione senza precedenti.

Una scoperta nelle profondità del Pacifico

Nel 2025, le profondità del Pacifico hanno rivelato un relitto iconico della prima era dei sottomarini americani. Sebbene una posizione approssimativa fosse nota dagli anni Settanta, soltanto oggi gli strumenti di nuova generazione hanno permesso un’osservazione davvero ravvicinata. L’USS F-1 riposa sul fianco di dritta, con la prua orientata verso nord-ovest, mostrando una silhouette quasi intatta nonostante decenni di silenzio sottomarino. Il quadro generale indica una tenuta strutturale notevole, utile a storici e archeologi per comprendere configurazioni e materiali dell’epoca. [Immagine: USS F-1 sul fondale – WHOI, Alvin/Sentry]

Un relitto e una memoria

Gli studiosi hanno confermato lo status di “tomba di guerra” del sito, in memoria dei 19 marinai che persero la vita nel 1917. Per rispetto, la squadra ha evitato ogni contatto fisico con lo scafo, privilegiando la documentazione non invasiva. “È un patrimonio da osservare con cura e da raccontare con responsabilità”, ha spiegato un responsabile della spedizione. La delicatezza dell’approccio riflette una consapevolezza etica sempre più centrale nelle missioni di archeologia subacquea. Come ha sintetizzato un ingegnere di bordo: “La tecnologia ci permette di vedere di più, ma anche di toccare meno”.

Le tecnologie che hanno fatto la differenza

La combinazione del sommergibile abitato Alvin e del veicolo autonomo Sentry è stata decisiva per la ricerca e l’analisi del relitto. Sentry ha eseguito la ricognizione iniziale, tracciando una mappa accurata del sito già nelle prime ore di missione. Successivamente, Alvin ha permesso osservazioni dirette e riprese ad altissima risoluzione, integrando sensori e pacchetti di imaging di ultima generazione. Secondo il team, “la sinergia tra piattaforme autonome e abitabili ha ridefinito l’esplorazione in acque profonde”. Di seguito, alcuni prodotti ottenuti durante l’analisi del sito:

  • Fotografie digitali ad alta risoluzione
  • Dati sonar a copertura completa
  • Ricostruzioni digitali del profilo della carena
  • Modelli 3D dei danni strutturali
  • Cartografie integrate del perimetro del relitto

Il giorno del disastro del 1917

La storia dell’USS F-1 si spezza il 17 dicembre 1917, durante una missione di addestramento tra San Pedro e San Diego. Il battello svolgeva un test di ingegneria e prestazioni di 48 ore insieme ai compagni USS F-2 e USS F-3. Nel cuore di una fitta nebbia, una collisione con l’F-3 provocò danni catastrofici allo scafo dell’F-1 in pochi istanti. Il sottomarino affondò quasi subito, lasciando in vita solo tre uomini dei ventidue presenti a bordo. La tragedia segnò una delle pagine più dolorose della giovane flotta subacquea degli Stati Uniti.

La voce dei protagonisti

Gli specialisti sottolineano come la combinazione di piattaforme e metodi sia stata determinante per l’esito della missione. “Questi due strumenti lavorano straordinariamente bene insieme: la loro potenza combinata ha trasformato la ricerca in acque profonde”, ha dichiarato uno dei responsabili tecnici di Alvin. Le parole riflettono una pratica maturata in decenni di evoluzione tecnologica, oggi capace di tradurre dati in conoscenza storica.

Una doppia scoperta

Durante le stesse operazioni è stato documentato anche il relitto di un Grumman TBF Avenger, aereo silurante da addestramento precipitato nel 1950. Il velivolo, noto agli ingegneri del WHOI e usato in passato per immersioni di prova con Alvin, è stato formalmente identificato dal Naval History and Heritage Command. Un dettaglio curioso è il numero “13” sulla nacella motore, un riferimento all’allora squadriglia di addestramento. A differenza dell’episodio del 1917, nell’incidente non si registrarono vittime, poiché l’equipaggio riuscì a mettersi in salvo. [Immagine: TBF Avenger sul fondale – WHOI]

Significato storico e prospettive future

Il ritrovamento dell’USS F-1 offre un laboratorio vivente per studiare l’ingegneria navale del primo Novecento e l’evoluzione delle dottrine operative in condizioni limite. I dati raccolti guideranno strategie di conservazione più efficaci e modelli interpretativi più solidi per altri relitti in acque profonde. Inoltre, la coesistenza di un sottomarino e di un aereo militare nello stesso quadrante di mare compone un mosaico cronologico affascinante, capace di connettere generazioni di tecnologia. La ricerca proseguirà con campagne mirate, nel segno del massimo rispetto per il sito e di una narrazione pubblica più ampia e consapevole. In un oceano che custodisce ancora migliaia di storie, l’USS F-1 ricorda come il passato emerga quando scienza, memoria e etica camminano insieme.

Daniele Bianchi

Daniele Bianchi, nativo di Roma, è il creatore del noto sito di informazione Oltre la Linea. Appassionato di giornalismo e di eventi mondiali, nel 2010 Daniele ha dato vita a questo progetto direttamente da una piccola stanza del suo appartamento con lo scopo di creare uno spazio dedicato alla libera espressione di idee e riflessioni. La sua mission era semplice e diretta: cercare di capire e far comprendere agli altri ciò che sta effettivamente succedendo nel mondo. Oltre alla sua attività di giornalista e scrittore, Daniele investe costantemente nell'arricchimento della sua squadra, coinvolgendo professionisti con le stesse passioni e interessi.