Daniele Bianchi

Rivoluzione militare: gli Stati Uniti svelano la prima nave da guerra al mondo da 44 tonnellate guidata dall’IA, con autonomia record di 1.850 km senza sosta

Un nuovo traguardo per la guerra navale autonoma

L’AIRCAT Bengal MC segna un punto di svolta nella cantieristica militare: un’unità autonoma capace di trasportare una massa utile di 44 tonnellate e percorrere fino a circa 1.850 km senza sosta. Sviluppato da Eureka Naval Craft con Greenroom Robotics e gli architetti navali di ESNA, questo scafo da 36 metri ridefinisce i parametri della proiezione di forza su mare aperto. La piattaforma si ispira al precedente Bearcat, ma elimina la necessità di equipaggio, introducendo una autonomia avanzata che riduce i rischi e i costi operativi.

L’architettura ad effetto di superficie (SES) unisce elevata velocità e generosa capacità di carico, mantenendo assetto stabile anche a mare formato. Grazie al profilo aerodinamico del cuscino d’aria, lo scafo riduce la resistenza e aumenta il raggio d’azione, senza sacrificare la manovrabilità. Il risultato è una piattaforma agile, rapida e predisposta per missioni multi-ruolo in contesti contestati.

Prestazioni e design orientati alla missione

Il Bengal MC può superare i 50 nodi in base al carico, mantenendo un’autonomia di circa 1.000 miglia nautiche. L’ampio ponte consente l’imbarco di due moduli ISO da 40 piedi, sbloccando un ventaglio di payload che spazia dall’armamento alle sensoristiche. La progettazione modulare agevola l’integrazione di pacchetti missione temporanei, ottimizzando la prontezza e contenendo la logistica.

La struttura è stata pensata per cicli di dispiegamento rapidi, profili di rischio controllato e un costo per ora di navigazione competitivo rispetto a unità più grandi e con equipaggio. In quest’ottica, il Bengal MC diventa un moltiplicatore di forza per gruppi navali misti, capace di operare come assetto avanzato o come scorta agile.

Potenza di fuoco e configurazioni flessibili

L’unità è compatibile con missili da crociera Tomahawk e con i Naval Strike Missile (NSM), garantendo una deterrenza credibile e capacità di ingaggio a lungo raggio. L’armamento è integrabile con sensori ISR, guerra elettronica e contromisure, preservando la sopravvivenza in ambienti saturi.

Le principali configurazioni operative includono:

  • Trasporto di truppe e supporto al sbarco
  • Piattaforma per guerra elettronica
  • Nave-madre per droni aerei e subacquei
  • Operazioni di sminamento e posa di mine
  • Ricognizione marittima avanzata e pattugliamento

Questa versatilità consente di adattare la nave a scenari in rapida evoluzione, dall’anti-accesso/area denial al supporto di convogli, fino a missioni di ricerca e soccorso ad alta velocità.

Autonomia guidata dall’IA

Il cuore del Bengal MC è il sistema Greenroom Advanced Maritime Autonomy (GAMA), una suite di navigazione e gestione missione basata su intelligenza artificiale. Il software assiste la pianificazione, la deconfliction, l’evitamento delle collisioni e l’esecuzione dei profili, mantenendo l’operatore al centro del ciclo di decisione quando richiesto. L’affidabilità è stata dimostrata durante i test PBAT su una piattaforma di classe Armidale, confermando la maturità tecnologica per impieghi operativi.

L’IA abilita la riduzione dell’equipaggio senza penalizzare la consapevolezza situazionale, integrando dati da radar, ottiche e AIS con algoritmi di fusione. In questo modo, la nave agisce come sensore e effettore distribuito, essenziale per architetture di combattimento a rete e concetti di mosaic warfare.

“Le navi tradizionali di questa classe sono spesso «superate, lente e costose»; la nostra ambizione è offrire un’«alternativa rapida e potentemente armata»».” Con questa dichiarazione, attribuita al vertice di Eureka Naval Craft, si riassume l’obiettivo: incrementare la letalità diminuendo esposizione e tempi di risposta.

Impatto strategico e mercato di riferimento

Pensato per grandi flotte e marine regionali, il Bengal MC interessa la US Navy, il Corpo dei Marines, i partner AUKUS e vari alleati NATO. Nel teatro indo-pacifico, attori come Giappone, Corea del Sud, Singapore, Vietnam, Thailandia e Filippine potrebbero adottarlo per estendere la sorveglianza delle zone contestate e bilanciare gli assetti rivali con soluzioni più agili.

I vantaggi strategici sono chiari: minore rischio per il personale, dispersione intelligente degli asset, reattività nelle crisi e una curva di costo sostenibile. In combinazione con navi con equipaggio, l’adozione di unità autonome abilita dottrine “ibridate” dove nodi distribuiti aumentano la resilienza e confondono il tracciamento avversario.

La prospettiva è quella di una flotta mosaico: piattaforme differenziate ma interconnesse, in cui il Bengal MC funge da acceleratore operativo. Le sue capacità di spinta, autonomia e carico ne fanno un pivot per spedizioni littoral e azioni di interdizione, oltre che un custode silenzioso di choke point e rotte strategiche.

Oltre la soglia dell’innovazione

L’unione tra scafo SES, architettura modulare e IA GAMA dimostra come la tecnologia navale stia superando vincoli storici di massa, equipaggio e consumo. A parità di investimento, più unità autonome consentono una copertura maggiore, saturano l’area con sensori ed elevano la qualità delle decisioni tattiche. In un’epoca di competizione tra pari, questa è la metrica che definisce la supremazia marittima.

Il Bengal MC non è soltanto una nuova nave: è un concetto operativo incarnato, progettato per agire alla velocità del contesto e imporre dilemmi al nemico. Con raggio di 1.850 km, 44 tonnellate di carico e oltre 50 nodi, propone una sintesi di potenza e efficienza che anticipa la prossima generazione di potere sul mare.

Daniele Bianchi

Daniele Bianchi, nativo di Roma, è il creatore del noto sito di informazione Oltre la Linea. Appassionato di giornalismo e di eventi mondiali, nel 2010 Daniele ha dato vita a questo progetto direttamente da una piccola stanza del suo appartamento con lo scopo di creare uno spazio dedicato alla libera espressione di idee e riflessioni. La sua mission era semplice e diretta: cercare di capire e far comprendere agli altri ciò che sta effettivamente succedendo nel mondo. Oltre alla sua attività di giornalista e scrittore, Daniele investe costantemente nell'arricchimento della sua squadra, coinvolgendo professionisti con le stesse passioni e interessi.