I deliri di diverse settimane fa della candidata dem statunitense Ocasio – Cortez sulla necessità di non fare figli per salvare il pianeta sono durati fin troppo. E la stampa progressista ovviamente li rilancia, fa finta di approfondirli, coinvolge “la scienza”, come brillantemente segue Open dalla sua fondazione ad oggi:
La riflessione potrebbe avere un senso se non conducesse ad odiare il concetto di figlio e di famiglia ancora di più di quanto il liberalismo progressista già non faccia.
E potrebbe avere un senso se non facesse dell’umanità il solito minestrone in cui tutte le situazioni sono uguali. Ma si smonta in maniera agile e rapida: è indiscutibile che la sovrappopolazione del pianeta è e sarà un problema, ma è altrettanto indiscutibile il fatto che non riguarda l’Occidente, non riguarda l’Europa dell’Est, non riguarda la Russia.
Sono Cina, India ed Africa che semmai stanno affrontando il problema e, indirettamente, lo stanno scaricando anche su di noi. Ma “noi”, italiani, europei, occidentali in generale, ci stiamo estinguendo: è un fatto. I bianchi caucausici o euroipoidi erano il 21% della popolazione mondiale un secolo fa, oggi arrivano con fatica al 10%. Al ritmo attuale gli africani nel 2050 saranno oltre 2,5 miliardi, su una popolazione mondiale di quasi 10 miliardi di persone, mentre le difficoltà asiatiche (soprattutto cinesi) sono note da sempre.
Gli altri hanno bisogno non di demonizzare la natalità, ma di inquadrarla in un progetto di lungo corso che riduca l’incidenza. Ma noi, europei, occidentali, italiani, nelle nostre rispettive differenze, abbiamo bisogno di fare l’esatto opposto per non sparire: procreare. E non ci vuole molto a capirlo.
(di Stelio Fergola)