Da donna: ragazze, non ascoltate la propaganda contro i figli

La propaganda mediatica contro il concetto di maternità o comunque di cura dei figli, sottovoce – ma nemmeno troppo – prosegue. Si ricorda ancora, l’anno scorso, il caso di Holly Brockwell, che dichiarava pomposamente di essersi fatta sterilizzare e dopo un anno di esserne felice. Oppure quello recente di Chiara Ferragni, per la quale allattare è attività complicata e troppo ostacolante la carriera, ovvero il supremo scopo della nostra vita.

In Gran Bretagna, qualche giorno fa, è emersa l’immagine di un scarpa, un rossetto, e un ciucciotto. “Rinunceresti mai?” indicando i primi due oggetti, in sfavore del terzo, l’ostacolo alla vita in carriera. Il manifesto non è di una ditta privata, ma udite udite, del sistema sanitario nazionale britannico (NHS), che evidentemente ritiene opportuno schierarsi a favore di una posizione ideologica ormai sdoganata in tutto l’Occidente.

Continua, dunque, il bombardamento volto a dare un messaggio del tutto negativo sulla maternità e sulla scelta di avere dei figli. Io sono anziana, ma mi rivolgo alle ragazze: vi vogliono aride d’anima, algide di amore ed eros, sterili come la sabbia. Vi vogliono convincere che ci sia un che di mortificante e avvilente nel destino che vi è stato assegnato di ospitare la vita e aiutarla a crescere e fortificarsi.

Era riduttivo e anacronistico immaginare il ventre di una donna come incubatore di vita, almeno prima che si potesse farlo solo per proprio profitto e per capriccio altrui? Ma cos’è oggi? Neanche più un veicolo di amore e piacere, che il sesso per la donna post moderna è solo un mezzo per ribadire emancipazione e posizione sociale, un’altra cavità – oltre alla bocca – da cui urlare frustrazione e insoddisfazione, maldestramente nascoste dietro aggressività e volgarità.

Vi ripetono che siete forti e potenti, ma vi urlano contemporamente che siete vittime 100 volte al giorno di atteggiamenti e comportamenti che dovrebbero suscitare alla meglio il vostro compiacimento e alla peggio la vostra indifferenza. Non ascoltate i predicatori di morte, tenetevi lontano dalle avvilite che vorrebbero trascinarvi nello squallore delle loro vite insulse, anche se imbellettate.

E ancora di più fuggite gli “uomini” che sposano certe ideologie: sono inutili, vi verranno presto o tardi a noia o si riveleranno spregevoli. C’è una storia lunga di millenni ed esempi altissimi cui ispirarsi per capire cosa è una donna e di cosa è capace: lasciate le arpie della solitudine e della sterilità a fare i conti coi disastri delle loro stesse vite.

(di Federica Poddighe)