I sei giorni che hanno cambiato l’Irlanda

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24-29 Aprile 1916. L’Irlanda decise che era venuto il momento di insorgere, dicendo basta a secoli di soprusi e violenze da parte britannica. L’Easter Rising (in gaelico Éirí Amach na Cásca) è stata la prima ribellione avvenuta in Irlanda contro la presenza britannica sin dai tempi del 1798 – quando la ribellione venne stroncata dagli Inglesi e l’Irlanda con l’Act of Union divenne parte integrante del Regno di Gran Bretagna e Irlanda – e costitì il primo atto della guerra di indipendenza irlandese che porterà al riconoscimento di uno stato autonomo irlandese (Irish Free State) nel 1922.

La ribellione venne sostenuta fortemente dalla Fratellanza Repubblicana Irlandese (Irish Republican Brotherhood), un’organizzazione segreta di patrioti irlandesi fondata sul nazionalismo e sul repubblicanesimo nonché sulla tutela delle tradizioni culturali irlandesi.

Dalla mattina di lunedì 24 aprile 1916 le forze ribelli, composte da numerosi volontari tra cui le organizzazioni Fianna Eirann, Irish Citizen Army e Irish Volunteers cominciarono ad occupare i luoghi chiave di Dublino, come l’edificio del General Post Office, che diventerà il quartier generale delle forze ribelli nonchè simbolo stesso della Rivolta di Pasqua, e dove si consumerà il drammatico epilogo di essa.

Da questo luogo simbolico vennero issate due bandiere repubblicane e venne proclamata la Repubblica d’Irlanda. Il documento letto da Patrick Pearse costituiva la prima traccia di quello che sarebbe dovuto essere successivamente il Governo Provvisorio della Repubblica d’Irlanda. Esso venne firmato tra gli altri da James Connolly, patriota noto per le sue visioni ideologiche che erano dirette al socialismo e al sindacalismo, Thomas Clarke , Sean Mac Diarmada, Thomas Mac Donagh, Eamonn Ceannt, Joseph Plunkett e dallo stesso Pearse. Alla rivolta parteciparono anche Eamon de Valera e Michael Collins, futuri protagonisti prima della guerra di indipendenza irlandese e poi di quella civile.

Nonostante gli inglesi, impegnati pienamente nella Prima Guerra Mondiale, si fossero trovati impreparati a fronteggiare la ribellione, essi poterono contare su armi moderne come le mitragliatrici, oltre che su un equipaggiamento migliore e sui rinforzi dall’Inghilterra. Pur in inferiorità numerica e senza grandi possibilità di tenere le posizioni per lungo tempo gli irlandesi resisterono infliggendo grandi perdite al nemico. Sulle barricate a Dublino essi dimostrarono grande valore e coraggio, riuscendo a tenere testa ad un esercito meglio organizzato e armato come quello britannico.

Dublino fu per giorni teatro di feroci scontri fino alla resa ribelle avvenuta sabato 29 aprile 1916 dopo un bombardamento che aveva coinvolto la base ribelle del General Post Office. La maggior parte delle vittime e furono civili, anche grazie all’utilizzo indiscriminato dell’artiglieria da parte dell’esercito britannico e per il fatto che diversi vennero a trovarsi in mezzo agli scontri tra le due fazioni.

I capi della rivolta,inclusi i firmatari della Dichiarazione d’indipendenza, vennero fucilati nel cortile della prigione di Kilmainham Gaol a Dublino; altri come Collins e De Valera imprigionati per un breve periodo.

Dopo tale imponente sollevamento da parte irlandese terminato in maniera drammatica, ma ancora oggi ricordato in maniera indelebile nella storia della Repubblica d’Irlanda, il partito di Arthur Griffith, il Sinn Fein (“noi stessi” in gaelico), di natura socialista, indipendentista e repubblicana, cominciò a farsi strada, diventando il punto di riferimento della causa nazionale repubblicana irlandese .

(di Lorenzo De Min)

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