La fine dell’Occidente: come l’immigrazione di massa uccide culture e identità

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È stata dura, per me, lasciare il Partito Repubblicano, ma volevo tentare di costruire un partito che rappresentasse le mie vedute e i miei valori, perché sentivo che il Partito Repubblicano li rappresentava sempre meno. Tuttavia, alla fine della campagna elettorale del 2000, capii che il mio progetto non avrebbe avuto successo. Mentre la campagna elettorale andava avanti pensavo “non andrò granché, ma almeno raccoglierò qualche voto”. Temevo che sulla mia tomba avrebbero scritto: “Qui giace Pat Buchanan. Ha fatto eleggere Al Gore”.

Così ho iniziato a pregare: “Signore, non lasciare che scrivano questa cosa sulla mia tomba”. E sapete cosa accadde? Una voce uscì dalle nuvole e mi disse: “Patrick, dal momento che hai condotto una vita relativamente buona, ti farò un favore, solo per questa volta. Ti aiuterò a sconfiggere Al Gore e ad eleggere George W. Bush… sai quegli ebrei di Palm Beach County che ami così tanto? Tutti i sondaggi dicono che voteranno per Al Gore, ma in realtà voteranno te, e di conseguenza George Bush verrà eletto presidente”. Poi aggiunse: “Ma Patrick, se provi ancora a fare una cosa del genere, non ti aiuterò più”. E così, nel 2000, la mia avventura politica si è conclusa.

A quel punto, ho deciso che era giunto il tempo di dire tutta la verità sulla condizione del nostro paese e della civiltà occidentale. La tesi di “La morte dell’occidente” è semplicemente questa: l’occidente sta morendo. Non c’è un solo paese occidentale, un solo paese europeo, eccetto l’Albania musulmana, dove il tasso di nascite sia sufficiente per tenere il paese in vita. Entro la metà di questo secolo, la popolazione europea declinerà al punto che sarà come se tutti gli abitanti di Belgio, Olanda, Svezia, Danimarca, Norvegia e Germania messi insieme sparissero completamente. La popolazione europea crollerà di 128 milioni di abitanti.

L’età media, nell’Europa del 2050, sarà di 50 anni. Un decimo degli europei avrà più di ottant’anni. Mentre la popolazione invecchia e muore, il posto vuoto lasciato dai loro figli è riempito dall’immigrazione di massa proveniente dal nord Africa, dal Medio Oriente e dal sud dell’Africa. Perché l’Europa mantenga, nei prossimi cinquant’anni, lo stesso rapporto lavoratori-pensionati (5 a 1), è necessario che importi oltre un miliardo di immigrati – quanto la popolazione della Cina.

RUSSIA E TEXAS
La Russia aveva, due anni fa, 147 milioni di abitanti; ora ne ha 145 milioni. Entro metà secolo, ne avrà 114. Ho ottenuto le statistiche da Joe Chamie delle Nazioni Unite. Gli ho detto di calcolare la popolazione alla fine del secolo tenendo in considerazione l’attuale tasso di nascite. Secondo lui, la Russia nel 2100 avrà 80 milioni di abitanti. La Russia asiatica è grande quanto gli Stati Uniti, ma ha una popolazione di soli 10 milioni di abitanti. Stanno invecchiando e morendo. Quelle terre sono state sottratte alla Cina quando la Cina era debole. Quando io ero alla Casa Bianca sotto Nixon, nel 1969, c’erano scontri tra le truppe russe e cinesi lungo i fiumi Ussuri e Amur. L’area dove ora si trova Vladivostok fu presa alla Cina nel 1860. Quei russi stanno ormai invecchiando, e i cinesi si riprenderanno tutto. Come lo faranno? Non per forza militarmente. Lo faranno nello stesso modo in cui noi abbiamo preso il Texas.

Nel 1821, il governo messicano si è detto: “Abbiamo questa terra vuota su a nord, invitiamo gli americani”. Questi dovevano solo fare due cose: convertirsi al cattolicesimo e giurare fedeltà al Messico. Nel 1835 c’erano 3.000 messicani e 30.000 americani nel Texas. Così, quando il Generale Santa Anna prese il potere a Mexico City, gli americani hanno cacciato l’esercito messicano e dichiarato l’indipendenza. Ecco come abbiamo vinto contro il Messico. Ed è così che la Cina riprenderà la Russia orientale. A metà di questo secolo, gli abitanti dell’Alaska guarderanno oltre lo stretto di Bering e non vedranno dei vecchietti russi, ma dei giovani e prestanti pionieri cinesi.

Abbiamo 35 milioni di ispanici negli USA – il 13% di una popolazione enorme. Tra il 1950 e il 1960 erano l’uno per cento di una popolazione che era la metà di quella attuale. Quali sono le differenze tra l’attuale immigrazione negli Stati Uniti e quella presente al tempo dei nostri genitori? Primo: quasi tutti i nostri predecessori sono venuti qui legalmente. Mezzo milione di messicani entra negli Stati Uniti illegalmente ogni anno. Secondo: quando i nostri nonni sono arrivati, volevano essere americani, imparare la lingua, conoscere la storia, adottare gli eroi. I messicani che arrivano oggi sono persone che lavorano duro, ma sono fieramente messicani.

Non vogliono diventare americani. Mantengono la lingua spagnola, guardano la televisione in spagnolo, ascoltano la radio in spagnolo, fanno avanti e indietro tra gli USA e il Messico. Vogliono la doppia cittadinanza. Culturalmente e socialmente vogliono essere messicani, ed economicamente vogliono essere americani, per i nostri alti standard di vita. E’ così che nasce la balcanizzazione. Due culture, due lingue, come succede tra gli israeliani e i palestinesi. I nuovi immigrati provengono da paesi dove il multiculturalismo viene esaltato, vogliono mantenere la propria identità e le proprie preferenze etniche separate.

Una popolazione in crescita ed in espansione è il segno che una specie è in salute, proprio come una popolazione in calo e morente è il segno che una specie è in pericolo. Le persone di discendenza europea sono passate dal 25 al 16 per cento della popolazione mondiale, ed in ogni paese occidentale la popolazione autoctona sta morendo. Il trend è iniziato a metà degli anni ’60, quando il baby boom che era durato dal 1946 al 1964 stava ormai esaurendosi.

LA CONTROCULTURA E’ LA COLPEVOLE
Cos’è avvenuto negli anni sessanta? La controcultura. Una generazione si è ritrovata nei campus universitari nel 1964. Era l’anno di Mario Savio. Era l’inizio di una controcultura antiamericana, anticristiana e antioccidentale. Nel 1967, la celebre intellettuale Susan Sontag disse che “la razza bianca” era “il cancro della storia umana”. L’idea era che l’occidente non fosse solo una civiltà condannata, ma anche responsabile della schiavitù, dell’imperialismo, del colonialismo e del patriarcato – tutti i mali del mondo, con la benedizione della chiesa cristiana. Una controcultura tremendamente ostile sorse in antitesi alla cultura e alla civiltà occidentale. Affascinò gli intellettuali, ma non ottenne successo in politica.

Politicamente, ebbe successo il movimento conservatore. Dopo il 1964, Richard Nixon vinse le elezioni, e quel successo elettorale coinvolse 49 stati nel 1972. Dopo che questo movimento è caduto a pezzi, nel 1980 è arrivato Ronald Reagan, vincendo in 44 stati. Con la vittoria di Reagan, avevamo sconfitto il comunismo in Unione Sovietica. Ma anche se stavamo vincendo la Guerra Fredda, stavamo perdendo la guerra culturale in patria. Quello che era rappresentato da George McGovern (droga libera, amnistia, aborto) stava prevalendo tra i giovani. Questa controcultura è oggi dominante tra i media americani, Hollywood e televisione. Abbiamo tutta questa arte blasfema. Nelle scuole superiori danno i preservativi ai ragazzini. Se qualcosa del genere fosse successo negli anni ’50, sarebbero stati linciati, o messi in prigione.

Questa rivoluzione culturale, che ha mosso guerra contro la cultura tradizionale in America, ha trionfato tra le elite. Nè Reagan né Nixon potrebbero vincere in 49 stati oggi. Con questa cancerogena controcultura, la nazione e il popolo iniziano a morire. T.S. Eliot diceva che, quando la religione muore, la gente scopre che non c’è alcun motivo per vivere. Hilaire Belloc ha scritte “L’Europa è la Fede, e la Fede è l’Europa”. Il cristianesimo, fondamentalmente la religione dell’occidente, sta morendo in Europa. Negli USA ci sono diverse confessioni religiose: ebraismo ortodosso, mormonismo, battisti, evangelici, cattolici tradizionalisti. Ma, nel complesso, la fede è morta in un grande segmento della popolazione, ed è la stessa parte di popolazione che sta morendo.

Come risultato di ciò, sempre più donne hanno zero, uno, o al massimo due bambini. In molti paesi europei il tasso di nascite è di 1.1 bambini per donna. E’ solo la metà del tasso di nascita che servirebbe per tenere questi paesi in vita. Per la salvezza dell’occidente, per preservare la civiltà occidentale, serve un enorme cambiamento che va ben oltre la politica.

LA DIFESA DEI CONFINI
Nei prossimi cinquant’anni, il Terzo Mondo crescerà per l’equivalente di 30 o 40 Messico. Alla fine del secolo, i bianchi e gli europei saranno circa il tre per cento della popolazione mondiale. Questa è ciò che io chiamo la morte dell’occidente. Vedo nazioni morire. Vedo i popoli morire. Vedo la civiltà morire. E’ sotto attacco nei nostri stessi paesi, da parte del nostro stesso popolo. I discendenti di Mario Savio la stanno attaccando, e anche la gente che arriva dalla Cina e dal Messico. Cosa significa per loro “la migliore generazione”? Iwo Jima, Valley Forge, il discorso di Gettysburg, cosa significano per loro? Nei nostri college non si insegna la storia americana. In uno studio hanno fatto un test di storia a 550 tra i migliori laureati d’America.

Solo un quarto di loro sapeva che era il generale americano a Yorktown. Solo un terzo sapeva che la frase “of the people, by the people, for the people” proveniva dal discorso di Gettysburg. Tuttavia, il 99% era in grado di identificare Beavis and Butthead, e il 98% Snoop Dogg. Nessuno ha ancora sfatato questi numeri che ho fornito, in tutte le interviste che ho fatto. Non li ho inventati io. Il novanta per cento di questi provengono dalle Nazioni Unite, l’altro dieci per cento dal New York Times, che di certo non è un giornale pro-Buchanan.

Se necessario, bisogna dichiarare una moratoria su tutta l’immigrazione proveniente negli Stati Uniti. Si dovrà, se necessario, mettere le truppe americane ai confini per difenderli. Perché facciamo di tutto per difendere i confini di Kosovo, Kuwait e Corea del Sud, quando i confini degli Stati Uniti sono indifesi? La storia dovrebbe essere insegnata ai bambini fin dal primo giorno, dall’asilo all’università. Queste idee sono necessarie se vogliamo mantenere il nostro paese come lo conosciamo. Solzhenistsyn ha detto che Dio ha creato ogni nazione con un volto unico. Una nazione deve essere conservata. La grande battaglia che dobbiamo combattere è quella di preservare il carattere, l’identità, l’indipendenza e la sovranità degli Stati Uniti d’America.

(Pat Buchanan nel 2002 –  Traduzione di Federico Bezzi)

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