E se tentassero di organizzare una nuova Mani Pulite?

La sensazione è questa. Ne abbiamo parlato tante volte, ma ricordiamo ancora. La corruzione (che a volte è qualcosa di differente, ne riparleremo in altra occasione) è fenomeno non solo italiano; è notorio che almeno in Giappone è stata scoperta come anche più intensa ed estesa che da noi. Figuriamoci negli Usa; e in tutta Europa. Nella prima Repubblica – come esplicitato in un famoso interrogatorio in cui Craxi rispose con molta determinazione a Di Pietro – era notorio da sempre che esistevano fenomeni di corruzione.

E perfino io, nel mio piccolo, ne sapevo un po’; non per mia partecipazione ad essa, precisiamo per i malpensanti. Già dalla fine degli anni ’60, inizio ’70, quello che ancora si denominava PCI (e diventò di “sinistra”, mentre prima i comunisti erano tutt’altra cosa rispetto a destra e sinistra, come già raccontato) iniziò il suo passaggio di campo verso l’atlantismo, cioè gli Stati Uniti. Un tipo come Moro, che aveva documenti un po’ compromettenti (e quindi passibili di essere usati con fini di “controllo” del “compromesso storico” in pieno svolgimento), fu reso “inoffensivo” (e infatti si sa che molti suoi documenti mancano all’appello).

Comunque, la magistratura non si mosse mai contro la corruzione. Ad un certo punto crollò il campo europeo detto “socialista” (1989) e si dissolse l’Urss (1991). Venne dunque il momento di cambiare il regime della prima Repubblica, sempre stato fedele all’atlantismo (Usa e ovviamente Nato), ma con qualche manifestazione d’autonomia evidentemente non sempre ben sopportata dagli Stati Uniti. Inoltre, già dal ’62 (incidente/assassinio di Mattei) era iniziata la controffensiva dei nostri “cotonieri” contro l’industria pubblica, che si era espansa dall’IRI fascista alla Finmeccanica (1948), all’Eni (1953), all’Enel (1962), ecc. Si trattava però di accelerare il processo di indebolimento della stessa.

E venne dato il via libera alla liquidazione del regime in oggetto per sostituirlo con uno più consono alla nuova epoca politica che si apriva con la fine del sistema bipolare. Il Pci cambiò infine nome (prese quello di Pds, che poi mutò ancora) e si spostò senza più decenza verso gli Usa e quella Europa (non ancora UE, ma non differente), i cui padri fondatori erano stati finanziati dalla CIA (come scoperto dal ricercatore americano Joshua Paul nel 2000).

Era comunque impossibile (anche perché un Pci così “cangiante” non poteva godere di troppo consenso elettorale) ottenere un rapido successo. Si mise dunque in piedi l’operazione giudiziaria, assai più svelta. I già noti fenomeni di corruzione vennero “scoperti” e perseguiti; alla magistratura si aprì il semaforo verde. Ma non per tutti. Furono ostacolate le indagini sugli ex piciisti (i pidiessini) e “sinistra” Dc. Qualche indagine, certo, per non sembrare poco obiettivi, ma furono distrutte con ben altra energia le correnti diccì principali e il Psi (salvo qualche “ruota di scorta” minore, di cui inutile fare nomi, ben noti).

Si ebbe così il nuovo “fiammante” regime, molto più servizievole rispetto agli Usa e alla Nato (e ai nostri “cotonieri”). Malgrado si raccontassero balle circa il massiccio appoggio della popolazione all’operazione giudiziaria, quando si arrivò alle elezioni del ’94 si vide che la gran parte dell’elettorato diccì e socialista era invece disgustato e incazzato per come erano stati fatti fuori coloro che esso aveva sempre votato.

Quest’elettorato si riversò su Berlusconi. E allora si dovettero intraprendere nuove manovre giudiziarie (con l’appoggio di un presidente della Repubblica). Comunque, anche in quel caso, il successo fu parziale (pur se consentì agli Usa di avere un governo molto “accomodante” durante l’aggressione alla Serbia del ’99). Da allora però, e fino al cedimento berlusconiano a Obama (Deauville, marzo 2011, quando era già iniziata l’infame “primavera araba” e l’aggressione e massacro della Libia di Gheddafi, inizio del fenomeno immigratorio ben noto e che crea oggi difficoltà crescenti nella UE), si ebbero fenomeni non del tutto graditi agli Stati Uniti (e, ribadisco, ai nostri “cotonieri”).

Negli ultimi due anni si sono verificati alcuni fenomeni disgregativi di questo fronte reazionario che aveva il suo fulcro negli Usa di Obama, nella UE di Merkel e Macron (che vince le elezioni francesi prendendosi tutto il potere con appena un quarto dei voti), nell’Italia dei piddini che, con Renzi, hanno operato una nuova svolta ancora più filo-Usa e filo-cotonieri. Negli Usa vince Trump. Tutto l’establishment americano (e la stampa, il culturame statunitense ed europeo, gli ambienti del cinema e spettacolo, tutti i “quartieri alti” insomma) gli si mettono contro. Ma quello procede a zig zag (e finge anche di liquidare l’uomo più preparato che ha, Bannon, il quale però è in giro a tentare di organizzare il “giro di boa”). Le “sinistre” (vero fulcro della più bieca reazione, mascherata dalla ridicola difesa dei diritti civili, con la canea sulle molestie sessuali e l’ossessione del protagonismo omosex) sono in dissesto in tutta Europa.

I partiti socialisti francese e tedesco crollano. La Csu (in fondo la versione democristiana bavarese, alleata della Cdu) entra in attrito netto con la Merkel sulla questione dell’immigrazione. In Austria vince il partito di sempre, ma con una netta svolta detta di “destra” (secondo i vecchi canoni definitori). Si forma il gruppo dei paesi di Visegrad; e in Ungheria un altro “destro”, Orban, stravince (e con una partecipazione elettorale sul 70%, molto alta di questi tempi).

Infine, avviene una svolta (abbastanza intorcolata e “sofferta”) anche in Italia. Tutta la stampa, la TV, il solito indegno intellettuame erede (ma in peggio) dei sessantottardi, insorgono, svolgono una campagna forsennata contro. Tuttavia, i sondaggi non sono favorevoli al vecchio servitorame piddino (e per molti lati anche forzaitaliota). Aspettare che magari questo governo si incarti e fallisca (ma poi fallirà sul serio?) sembra molto pericoloso per il vecchio establishment europeo, legato a quello americano che appoggiava Hillary Clinton.

Figuriamoci per quello italiano, con i nostri “cotonieri” in angoscia. Ed ecco allora che forse – certo approfittando della tendenza (ribadisco: non solo italica) ad un certo grado di corruzione e di finanziamento “improprio” di certi “arrampicatori” alla politica – c’è la possibilità di mettere in piedi un’altra “mani pulite”. Come quest’ultima, infatti, scoppia non appena crollato il sistema bipolare, l’attuale operazione, se sarà possibile per i “reazionari” lanciarla, si profila subito dopo il mutamento avvenuto in Italia; che però si sostanzia di quanto sta avvenendo in Europa e negli stessi Usa. Il Ministro degli interni tedesco (Csu), in contrasto con la Merkel, ha detto di voler incontrare Salvini e il presidente austriaco per concordare azioni, che ufficialmente sono contro l’immigrazione incontrollata, ma in realtà hanno anche finalità più ampie di rivolgimento degli equilibri europei durati troppo tempo e ormai fonte pur essi di vera infezione e rischio di morte per il nostro continente.
Stiamo in campana.

E rafforziamo la nostra convinzione circa la necessità della fine di questa sedicente “sinistra”, che è in realtà il peggio dell’involuzione reazionaria. Bisogna batterla, possibilmente toglierla di torno definitivamente. E’ ormai dal lontano inizio degli anni ’90 che sta producendo cellule cancerogene sempre più numerose. Le attuali forze politiche che le si oppongono sono però all’altezza del compito? Non ne sono convito, temo siano deboli e aprano la strada a reazioni per la nostra civiltà mortali. Comunque è ormai chiaro: il pericolo principale è la “sinistra”, è l’altrettanto falso “antifascismo”, quello degli eredi dei finti partigiani che non diedero una goccia di sangue alla Resistenza, fascisti fino all’ultima ora, venduti allo straniero e padri di quest’Europa serva, pagati lautamente dagli Usa per dominare il mondo.

E’ compito principale combatterli; bisogna opporsi a possibili rigurgiti giudiziari che vogliano spingersi troppo oltre. E si tenga conto che il “compratore di favori” ha dichiarato che con altri personaggi politici ha dovuto pagare ben di più, somme “da non credere”. Se qualcuno si è comportato da perfetto idiota, deve senz’altro pagare. Tuttavia, si deve impedire il tentativo dei “sinistri” di ostacolare con questi mezzi la pur incerta via che si sta aprendo in Italia e che, se sarà seguita da ben più robuste forze politiche, servirà all’Europa per liquidare la nostra subordinazione ai prepotenti d’oltreatlantico e alle loro quinte colonne qui da noi.

(di Gianfranco la Grassa)