Rottura accordo sul nucleare: è l’Iran ad avere in mano la partita

Il fatto che Hassan Rouhani abbia voluto rispondere subito, attraverso un discorso alla Nazione, alla decisione di Donald Trump di stracciare l’accordo sul nucleare dimostra che l’Iran è fiducioso, non timoroso. Insomma, conosce le sue carte. A Bushehr esistono tre reattori a uranio, il cui funzionamento è stato sospeso in virtù dei negoziati del 14 luglio 2015. In risposta agli embarghi per la produzione di missili balistici, però, aveva deciso per il completamento di due di essi. È probabile che ciò sia avvenuto in anticipo rispetto alle previsioni e, addirittura, senza che gli ispettori AIEA, satelliti e droni se ne accorgessero. Si parlerebbe di mini bombe nucleari, frutti delle consulenze di fisici sovietici sin dagli anni ’90. Oppure, in alternativa, è certo che beneficerà del supporto logistico-militare della Russia.

Oggi Benjamin Netanyahu è a Mosca in occasione della Giornata della Vittoria. Vladimir Putin coglierà l’occasione di ribadirgli le sue intenzioni sulla vicenda. Ai più informati, non è un mistero che si sia detto pronto a fornire Teheran di testate atomiche e missili Iskender in funzione di deterrenza. Washington abbaia e provoca, ma rischia di uscirne suonata. In un colpo solo ha rafforzato le sinergie sino-russo-iraniane e messo a nudo le sue debolezze. Tali reazioni schizofrenico-paranoidi dimostrano, infatti, la sua totale incapacità di controllare l’ordine internazionale e relazionarsi pacificamente in una realtà multipolare. I nuovi pacchetti di sanzioni, a 90 e 180 giorni, imposti in virtù della giornata di ieri e per ottenere un regime change nel breve periodo, inoltre, ridurranno i Paesi UE a automi senza alcuna dipendenza energetica. Gli accordi ENI-NIOC, stipulati nel 2017 per il campo oleoso di Darkhovin (provincia sud-occidentale del Khouzestan), rischieranno di divenire carta straccia. Così come quelli della Total in regime di joint-venture e quelli del settore ingegneristico Linde Group per sviluppare l’unità Olefine 12 del giacimento di gas South Pars. Inconsciamente, sul piatto, ci ha offerto la ghiotta, forse irripetibile occasione per isolarla provvisoriamente, se non definitivamente. Coglierla al volo.

(di Davide Pellegrino)