Senna, 24 anni fa moriva il Mito

24 anni fa, il primo maggio 1994, moriva in un incidente durante il gran premio di San Marino ad Imola, il leggendario Ayrton Senna: un gran premio partito in disgrazia già dalle prove del giorno prima, dove perse la vita il pilota austriaco Roland Ratzenberger, alla guida della sua monoposto.

Dopo il mortale incidente dell’austriaco, Senna si pose in prima linea per annullare il gran premio, troppi erano i pericoli di quel circuito obsoleto che non garantiva gli standard di sicurezza minimi ai piloti.

Oltre al mortale incidente delle prove ci furono altri episodi di monoposto finite fuori pista, che fortunatamente non provocarono ulteriori vittime.

Nonostante le decise proteste per annullare la partenza da parte di Senna e di altri piloti, le pressioni provenienti dalla scuderie e dagli sponsor furono troppo forti, e la gara parti’ regolarmente la domenica del 1 maggio.

Senna parti’ dalla pole position, con lo stato d’animo distrutto dalla morte del collega Ratzenberger. Con se’ portava la bandiera austriaca che avrebbe voluto sventolare in caso di vittoria .

Già al primo giro ci fu un tamponamento tra due piloti, e pezzi di monoposto schizzarono tra il pubblico. Intervenne la safety car, ma, dopo la ripartenza al settimo giro, alla pericolosissima curva del Tamburello, la monoposto di Senna uscì di pista in modo anomalo, causa il cedimento del piantone dello sterzo, modificato su richiesta del pilota brasiliano per migliorare la manovrabilità e visibilità attraverso una saldatura manuale che cedette alle vibrazioni della monoposto.

Senna, con la sua Williams, si schiantò contro le protezioni a più di duecento km orari, con la parte anteriore destra della sua auto .

In un primo momento non sembrava essere un incidente grave, nonostante la velocità, ma dopo pochi minuti vedendo il corpo di Senna immobile all’interno della monoposto, tutti si resero conto che la situazione era molto seria.

Senna fu soccorso e rianimato sul posto, una chiazza di sangue intono al suo corpo, il volo in elicottero presso l’ospedale maggiore di Bologna nel disperato tentativo di salvargli la vita.
Nonostante gli sforzi Senna, leggendario pilota, l’uomo che fu più che uno sportivo una speranza per un intero popolo, morì alle 18:40 di quel primo maggio 1994.

Il trauma fatale fu la lesione cranica provocata dal puntone dello sterzo che aveva ceduto. Purtroppo i presentimenti e lo stato d’animo di Senna in quel disgraziato gran premio si tramutarono in realtà: la logica del profitto e della show aveva ancora una volta preso il sopravvento sulla vita umana.

I “sacrifici” di Senna e Ratzenberger non furono vani però: dopo le inchieste e Le pressioni all’organizzazione della Formula Uno, la federazione prese misure serie riguardo alla sicurezza su ogni circuito del Mondiale.

Con Senna non scompariva solo uno dei più grandi sportivi della storia, forse il più completo e talentoso pilota di categoria, ma moriva un mito, una leggenda che incarnava lo spirito di un grande paese come il Brasile.

Personaggio sempre sopra le righe, anti sistema e dalla parte del popolo, Senna investì grande parte del suo patrimonio in strutture sportive in Brasile, adorato, forse, come solo Pelé in patria.

Al suo funerale parteciparono milioni di persone in lacrime, un intero paese si fermò per giorni. Mancano come il pane personaggi come lui al giorno d’oggi, personalità dirette e senza peli sulla lingua, vere e non costruite per lo show business, portavoce degli ultimi e degli sconfitti .

Ciao Ayrton, non finiremo mai di ricordarti e amarti, mito eterno.

(di Simone Nasazzi)