L’Italia delocalizza, il globalismo trionfa, la povertà pure

Come riporta oggi l’ANSA, “Il numero delle partecipazioni all’estero delle aziende italiane è aumentato del 12,7% secondo gli ultimi dati disponibili, riferiti al 2009-2015, analizzati dalla Cgia di Mestre.”

Alla fine dello scorso decennio i casi simili erano oltre 31mila, nel 2015 hanno superato i 35mila. Una crescita spaventosa. Secondo il coordinatore dell’Ufficio studi CGIA Paolo Zabeo “non ci sono statistiche complete in grado di fotografare con precisione il fenomeno”, riferendosi al numero di aziende chiuse in Italia per aprire sedi all’estero.

Ma non ci vuole un genio per capire che l’impoverimento del Paese imperversa, direttamente proporzionale alla distruzione dell’industria e del mercato interno, ormai preda di sempre maggiori ricerche di manodopera a basso costo estera.

(La Redazione)