Sì, “il fascismo sta tornando”: Robertino e Rula, vi crediamo

È ormai lapalissiano che sull’antifascismo da circo si potrebbe scrivere non un semplice articolo, ma un’enciclopedia. Pier Paolo Pasolini, leggasi uno dei nostri principali riferimenti non solo come testata ma anche come stimolo per la ricerca e lo studio, lo scriveva già ad Alberto Moravia nel 1973:

“Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società già moribonda”

Circa 45 anni dopo, c’è chi si allarma non soltanto con delle frasi isolate, fase, in fondo, bonaria e anche divertente del ridicolo modo che la sinistra cerca di tenere in piedi per distrarre le masse dai problemi reali, ma anche ne fa una questione ideologica addirittura messa nero su bianco.

E manco a dirlo, il genio è sempre Roberto Saviano. In un certo senso è anche ridondante scriverne: a quest’uomo dobbiamo forse il 20% dei nostri articoli di denuncia. Ne spara talmente tante che resistere è praticamente impossibile.

In altro senso, la ripetitività della sua citazione è in qualche modo cosa di cui siamo grati: non avremmo tanta ispirazione, tante possibilità di rilanciare divertiti le infinite sciocchezze che l’autore di Gomorra ormai produce quanto un comico di Zelig (capace, però, di fare anche ridere).

L’ultima trovata chiama in causa la stampa internazionale, storico strumento utilissimo alla sinistra per suggestionare gli italiani sottintendento “avete visto? Lo dicono anche all’estero!”. La premessa, nell’articolo scritto dal vate sul The Guardian, è “il cadavere, tagliato a pezzi, di una giovane donna, Pamela Mastropietro, trovato in una valigia e uno spacciatore nigeriano, Innocent Oseghale, arrestato per omicidio”.

Ovviamente lo svolgimento riguarda Traini, l’aggressione xenofoba, il fascismo, stranamente manca la parola “nazifascismo”, ma evidentemente la definizione, nell’assoluta mancanza di fondamento storico, non tira più come un tempo. Meglio concentrarsi sul male assoluto di per sé, il pericoloso nemico puzzolente come un cadavere fetido da accusare in mancanza d’altro.

Si può aggiungere al delirio l’altrettanto solita Rula Jebreal, aspirante Saviano col dono della bellezza, donna mai dimenticata, qualcuno sulla mia pagina facebook l’ha definita “rubata alla fisioterapia”, ma io aggiungerei rubata a tante altre attività che esaltano l’estetica femminile, ma non certo l’acume intellettuale. La nostra Rula va via. Scappa. L’Italia è fascista, dice, non ci tornerò più.

Credo sia opportuno dedicarle un classico. Ciao Rula. Possibilmente non scrivere.

Stiamo pensando quasi di rivalutare l’antiberlusconismo. Se non altro in quel caso la mummia ha poco più di 80 anni e non supera i 130.

(di Stelio Fergola)