Russiagate: ecco cosa dice il memo segreto

Il presidente statunitense Donald Trump ha autorizzato oggi la pubblicazione integrale del documento relativo alle indagini sugli abusi compiuti dal tribunale FISA e dall’FBI nel periodo della campagna elettorale del 2016. Dalle indagini emerge come l’inizio dell’investigazione sul presunto “Russiagate” si sia basata fin dal principio su informazioni poco affidabili e in gran parte supportate dai membri della campagna elettorale di Hillary Clinton. Ecco i punti salienti del memorandum:

Il dossier anti-Trump, finanziato dalla campagna di Clinton e dal Democratic National Committee, ha costituito una parte “essenziale” della domanda di sorveglianza iniziale, e di tutte e tre le richieste di rinnovamento, verso il consigliere della campagna di Trump, Carter Page;

Le origini politiche del dossier erano “note agli alti funzionari del DOJ e dell’FBI“, ma non sono state incluse nella domanda per ottenere il mandato;

L’ex agente segreto inglese Christopher Steele fu pagato 160.000 dollari dal DNC e dalla campagna elettorale di Hillary Clinton per ottenere informazioni sui legami tra Trump e la Russia;

La prima applicazione FISA contro Carter Page riferisce che Steele lavorava per “un cittadino USA”, ma non menziona mai né la Fusion GPS né il suo direttore Glenn Simpson, che era pagato dall’ufficio legale Perkins Coie per rappresentare il DNC; né viene menzionato il fatto che Steele stesse già lavorando per conto del DNC, e che l’FBI lo stesse pagando a sua volta per ottenere le stesse informazioni;

Per giustificare i mandati di sorveglianza contro Page, è stata usata una notizia fornita alla stampa da Christopher Steele stesso – tuttavia l’applicazione FISA afferma erroneamente che Steele non ha fornito le informazioni contenute nell’articolo;

Perkins Coie – lo studio legale per la campagna di Clinton e il DNC – ha ospitato un incontro tra Steele, Fusion GPS e i media: questa rivelazione rende più difficile per la campagna di Clinton e il DNC negare di conoscere il dossier, anche se Clinton e altri funzionari del DNC hanno negato di essere a conoscenza della sua esistenza.

Steele è stato “sospeso e poi escluso” come fonte dell’FBI, dopo che l’agenzia ha appreso che Steele ha divulgato la sua relazione con l’FBI alla rivista liberal Mother Jones, e ha mentito all’FBI riguardo ai suoi precedenti contatti con Yahoo! e altri media;

Steele aveva un pregiudizio personale contro il candidato Donald Trump, dicendo al funzionario del Dipartimento di Giustizia Bruce Ohr che era “ossessionato dall’idea che Trump diventasse presidente e che avrebbe impedito la sua elezione in ogni modo”;

La moglie di Ohr, Nellie Ohr, ha contribuito alla formulazione del dossier, ma l’FBI o il DOJ non la hanno menzionata nella domanda di autorizzazione FISA, anche se Bruce Ohr ha lavorato “a stretto contatto” con i vice procuratori generali Sally Yates e Rod Rosenstein;

All’epoca in cui l’FBI utilizzava il dossier per ottenere il mandato di spionaggio su Page nell’ottobre 2016, il capo della divisione di controspionaggio dell’FBI, Bill Priestap, aveva valutato che la conferma del dossier era ancora “prematura”, e dopo che Steele era stato sospeso come fonte, un’unità FBI ha valutato la sua affidabilità come solo “minimamente confermata”;

Il vicedirettore dell’FBI Andrew McCabe ha ammesso all’House Intelligence Committee nel dicembre 2017 che, senza il dossier, non sarebbe stato possibile ottenere alcun mandato;

Il mandato del FISA menzionava anche le informazioni relative a un altro consigliere della campagna di Trump, George Papadopoulos, anche se non vi erano prove di cooperazione tra Page e Papadopoulos;

Il memorandum non dice quali fossero le informazioni su Papadopoulos, ma dichiara che le suddette informazioni siano state la causa scatenante delle indagini di controspionaggio dell’FBI sull’ingerenza russa a fine luglio 2016 (Papadopoulos aveva detto, ad un diplomatico australiano in un bar di Londra, che un professore maltese connesso alla Russia gli aveva detto che aveva del materiale scottante sulla Clinton, sotto forma di email);

Peter Strzok, il numero due della divisione di controspionaggio dell’FBI, ha avviato le indagini del Bureau sull’ingerenza e la collusione russe: alcuni sms tra lui e la sua collega e amante Lisa Page mostrano che entrambi avevano un forte pregiudizio contro Trump;

Nei messaggi scambiati tra Strzok e Page i due discutono a lungo delle indagini, progettano fughe di notizie per la stampa, e fanno riferimento a un incontro con il vicedirettore FBI McCabe nel quale avrebbero discusso di una “assicurazione” contro l’elezione di Donald Trump.

(di Federico Bezzi)