Come l’intelligence Usa ha sottovalutato le capacità dell’industria bellica di Pyongyang

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«La tecnica militare superiore non è più monopolio degli imperialisti, ed è finito per sempre il tempo in cui il nemico ci poteva minacciare e ricattare con la bomba atomica.»
Kim Jong Un

Al principio del 2017, subito dopo l’insediamento del Presidente Donald Trump, l’intelligence statunitense ha comunicato alla nuova amministrazione che, sebbene la Corea del Nord si fosse dotata di armi nucleari, il paese avrebbe impiegato almeno quattro anni per sviluppare un vettore in grado di colpire il continente americano. Gli Stati Uniti hanno agito nella convinzione di avere ancora parecchi anni per rallentare o interrompere lo sviluppo del programma di deterrenza coreano prima che il paese asiatico raggiungesse la parità nucleare di base. Capace di colpire solo i centri abitati sudcoreani e giapponesi, la Corea del Nord mancava di un deterrente di piena efficacia contro un attacco degli USA.

La vulnerabilità reciproca è la colonna portante della deterrenza, e finché l’entroterra nordcoreano era alla portata degli attacchi statunitensi e il continente americano era invulnerabile alle rappresaglie, un’azione militare da parte degli USA restava perlomeno qualcosa di fattibile. Secondo i rapporti dell’intelligence, nella peggiore delle ipotesi il canale d’azione sarebbe rimasto aperto fino al 2020, laddove la maggior parte delle stime prevedevano che Pyongyang non sarebbe riuscita ad ottenere una qualsiasi forma di parità nucleare prima del 2022.

Le stime dell’intelligence statunitense indicavano che il paese aveva tempo più che sufficiente per agire, spingendo il Presidente Trump ad assicurare pubblicamente ai propri sostenitori che la conquista della parità nucleare da parte della Corea del Nord “non avverrà”. Le azioni della Corea del Nord hanno fatto quel che il paese fa dagli anni ’90 a questa parte: dimostrare che gli analisti occidentali si sbagliano completamente nella loro percezione del paese e superare tutte le aspettative. La velocità del suo sviluppo di tecnologie cruciali per i tre pilastri della difesa, i sistemi anti-access e area-denial (A2/AD), i sistemi di missili balistici e le bombe nucleari, ha preso totalmente alla sprovvista gli Stati Uniti e l’intero blocco occidentale.

All’inizio dell’anno la Corea del Nord ha collaudato i sistemi anti-access e area-denial (A2/AD) KN-19 e KN-06, armi che non servono a dissuadere gli attacchi degli USA mediante rappresaglie contro le loro città – ma piuttosto a interdire l’accesso al proprio spazio aereo e alle proprie acque territoriali ai velivoli e alle navi da guerra statunitensi dispiegando sistemi di guerra asimmetrica altamente sofisticati. Il KN-19 è un sistema di missili cruise antinave a lunga gittata su lanciatore mobile cingolato – che se schierato in massa e in movimento sul terreno accidentato del paese potrebbe effettivamente negare l’accesso alle acque coreane alle imbarcazioni statunitensi.

Il secondo, il KN-06, è un sistema di missili terra-aria a lunga gittata molto simile al russo S-400. È un arma cruciale per impedire ai velivoli statunitensi, e potenzialmente anche ai missili cruise, di operare nello spazio aereo nordcoreano – potenziando la già formidabile rete di difesa antiaerea del paese. È stato immesso nella produzione di massa a metà del 2017 e ha complicato ulteriormente le prospettive di un attacco degli USA contro il paese.

Insieme all’accrescimento delle sue dotazioni A2/AD, nel 2017 la Corea del Nord ha compiuto inauditi passi avanti nel suo programma balistico. Laddove nel 2016 la più notevole conquista del paese in questo campo fu l’introduzione del missile balistico sublanciato Pukkuksong-2 e del missile balistico a media gittata Musudan, nel 2017 il paese ha sviluppato le capacità che agognava da molto tempo. Mentre il Musudan aveva un raggio d’azione stimato di 3.000-4.000 km, lasciando qualche dubbio sulla sua capacità di colpire il territorio statunitense di Guam – cruciale per la strategia nel Pacifico – a 3.500 km di distanza, il Hwasong-12 con la sua gittata prevista di 4.500-6.000 km include il bersaglio nel suo raggio d’azione. L’esito positivo del collaudo del missile e le conseguenti minacce di sferrare attacchi nucleari sul territorio degli USA se il paese avesse fatto alcunché contro la Corea gli valsero il soprannome di “Guam Killer” – e il progetto sembrava concepito proprio con quell’obiettivo in mente.

Laddove in precedenza la Corea del Nord aveva collaudato l’alquanto primitivo ICBM Taepodong-2, un sistema poco maneggevole che richiedeva un assemblaggio verticale dispendioso in termini di tempo e perciò si rendeva estremamente vulnerabile alla distruzione al suolo, nel 2017 il paese ha introdotto piattaforme di gran lunga più idonee e sofisticate. Il Taepodong-2 era perlopiù un dimostratore tecnologico basato sui vettori di satelliti come l’Unha-3 e non fu mai pensato per entrare in servizio come ICBM – ruolo per cui era decisamente troppo farraginoso malgrado la sua gittata. Il Hwasong-14, col suo primo test di volo del 14 luglio che si suppone programmato nell’intento di coincidere simbolicamente con il giorno dell’indipendenza degli USA, è stato il primo vero tentativo della Corea del Nord di costruire un ICBM da far entrare in servizio.

A differenza dell’ingombrante Taepodong-2 da 80 tonnellate, il Hwasong-14 da 34 tonnellate è proprio un sistema pratico e funzionale per il lancio di cariche nucleari sul continente americano. Dispiegato con un trasportatore-elevatore-lanciatore mobile su ruote, il vettore ha possibilità di sopravvivenza significativamente più alte del Taepodong. Mobilità e breve tempo di lancio sono gli attributi essenziali quando bisogna affrontare le forze armate statunitensi, in virtù delle loro vaste possibilità di attacco e sorveglianza – come ha dimostrato la guerra del Golfo, allorché i missili balistici mobili dell’Iraq risultarono altamente vulnerabili mentre scovare i lanciatori mobili iracheni si rivelò una delle missioni più impegnative della guerra per le forze statunitensi. Col terreno boschivo e montuoso della Corea del Nord, i suoi lanciatori mobili potrebbero risultare quasi invulnerabili.

L’ICBM Hwasong-14 è stato collaudato due volte con successo ed è in grado di lanciare cariche nucleari sulle città della costa occidentale degli USA, così come in Alaska e sul comando statunitense alle Hawaii, cruciale per la strategia nel Pacifico. Razzo a due stati con gittata di 7000-10.000 km, il missile in questione è un punto di svolta nel programma di deterrenza nordcoreano che pone in essere la vulnerabilità del continente americano parecchi anni prima che l’intelligence lo ritenesse lontanamente possibile.

Prodotto in massa e armato con testate nucleari, esso conferisce alla Corea del Nord una parità di cui disponevano solo gli Stati Uniti e la Cina – e ne fa l’unica nazione non superpotenza ad aver conseguito la parità con il blocco occidentale dopo la seconda guerra mondiale e con un deterrente autonomo che non conta sulla protezione delle superpotenze. Il successo del test missilistico effettuato da una nazione che l’Occidente credeva assai corrotta, arretrata, in rovina e prossima al disfacimento dell’apparato statale, ha colto del tutto di sorpresa il blocco occidentale. Le sue implicazioni sono state davvero disastrose per la posizione degli USA nell’Asia Pacifica.

Dopo i test missilistici, a settembre la Corea del Nord ha portato a termine il suo sesto test nucleare, con una carica di gran lunga superiore a quella delle testate precedenti. L’arma in questione era una bomba a idrogeno e ha rafforzato le conquiste del programma missilistico del paese con una carica esponenzialmente più distruttiva. Accrescendo i risultati raggiunti nel corso dell’anno, il 28 novembre la Corea del Nord ha collaudato l’ICBM Hwasong-15 – un sistema totalmente nuovo, dalla gittata prevista di 13.000 km – che include New York e Washington D.C. nel raggio degli attacchi nucleari. Avendo collaudato il Hwasong-15 solo una volta, la Corea del Nord potrebbe eseguire un secondo test al principio del 2018.

Poiché la Corea del Sud ha persuaso gli Stati Uniti a cancellare le esercitazioni militari sulla penisola, un simile test è improbabile a meno che la Corea del Nord non avverta una ripresa delle provocazioni da parte degli Stati Uniti – che sarebbe immediatamente seguita da un secondo test del Hwasong-15, proprio come è accaduto all’annuncio delle esercitazioni Vigilant Ace nel novembre 2017.

Per la Corea del Nord il 2017 ha segnato la conquista della parità nucleare di base con gli Stati Uniti – cui seguiranno la plausibile produzione in serie di testate e missili e il potenziale sviluppo di una seconda fase della deterrenza nucleare basata sui sottomarini. Il paese ha indicato un futuro centro d’interesse anche nello sviluppo di satelliti spia per poter colpire i bersagli nemici con maggior precisione. Se nel 2017 lo spazio d’intervento del blocco occidentale si è significativamente ridotto, entro la fine del 2018 questo canale sarà completamente chiuso.

La Corea del Nord è destinata a godersi un’epoca di sicurezza senza precedenti, ciò di cui va in cerca fin dai primi anni ’50, quando perse il 20-30% della sua popolazione in seguito ai bombardamenti statunitensi nella guerra di Corea. La sicurezza dell’Asia orientale nel suo complesso è destinata a crescere profondamente; infatti, anche se il pericolo di un intervento militare degli USA e di una devastante guerra regionale è rimasto a lungo sul tavolo delle opzioni, ora che il continente americano è direttamente minacciato la guerra potrebbe rivelarsi impossibile.

(da Imperial Military Watch – Traduzione di Francesco Alarico della Scala)

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