L’AntiDiplomatico querela La Repubblica

Che La Repubblica sia un quotidiano fazioso e propagandistico non è certo una novità, specie per chi tenta di fare buona informazione. Niente di cui stupirsi, purtroppo, ma la pazienza ha un limite. Limite che è stato evidentemente superato da Carlo Bonini e Giuliano Foschini: il loro articolo “Così si finanzia la fabbrica delle fake news” ha infatti pesantemente diffamato la nota testata di controinformazione L’AntiDiplomatico, che ha però deciso di alzare la testa e far sentire la propria voce. «Annunciamo che abbiamo già dato mandato ai nostri legali di agire sia in sede civile che penale nei confronti degli autori dell’articolo di Repubblica, del direttore responsabile e di chi ci ha messo nel calderone dei siti “fabbricatori di bufale”»: questo si legge in un articolo a firma di Fabrizio Verde e Alessandro Bianchi, rispettivamente il direttore responsabile e il direttore editoriale dell’AntiDiplomatico.

Facciamo un passo indietro e vediamo, nello specifico, di quali accuse si tratta. Bonini e Foschini, affiancati dal sedicente debunker David Puente, sostengono che L’AntiDiplomatico sia addirittura finanziato da terze parti per mettere in circolazione vere e proprie bufale. Il presunto mandante viene individuato in Clickio, una delle innumerevoli agenzie pubblicitarie che si occupano della razionalizzazione della pubblicità di Google e che collabora, insieme a Vertis Media, Lucky Adv e KKadX, con l’AntiDiplomatico. Ma cosa c’è di strano o sbagliato? La Repubblica ci informa che Clickio avrebbe un proprietario russo. Ancora: cosa c’è di strano o sbagliato? L’AntiDiplomatico è una testata indipendente, senza altri introiti se non quelli derivanti da contributi volontari e pubblicità, per un totale che non supera i 500 euro mensili. È per caso illegale farsi pubblicità? Per qualcuno a quanto pare sì, ma solo se il proprietario è russo. Ed ecco che la fake news è bella e confezionata: i russi manipolano l’opinione pubblica commissionando ai media alternativi la diffusione di bufale.

Cos’è questa, se non diffamazione? È infatti paradossale che proprio L’AntiDiplomatico, da sempre impegnato nella lotta alla cattiva informazione e alle fake news della narrazione ufficiale, sia incolpato di una simile assurdità. A maggior ragione se le accuse vengono da Repubblica, vero e proprio diffusore seriale di bufale – molto spesso, come in questo caso, a sfondo razzista. Sì, razzista, perché la gravissima colpa del proprietario di Clickio altra non è se non la sua provenienza. O l’accusa di xenofobia vale soltanto quando il bersaglio è un immigrato africano? Insomma, La Repubblica fa un po’ la figura del proverbiale bue che dice cornuto all’asino. Giustamente, L’AntiDiplomatico non ci sta a farsi accusare di diffondere fake news da chi spaccia per neonazista una bandiera della Marina guglielmina. La decisione di querelare il quotidiano di De Benedetti ha un nobile scopo: «Vogliamo dare un messaggio preciso a tutti coloro che le attività di debunking delle fake news reali, quelle del mainstream, le fanno ogni giorno e che ora rischiano di non averne più diritto». Non possiamo che ringraziare i colleghi dell’AntiDipolmatico per il coraggio che hanno dimostrato, augurandoci che la loro non sia una battaglia persa in partenza. Il nemico è potente, ma d’altronde lo era anche il biblico Golia.

(di Camilla di Paola)

https://www.editoria.tv/rassegna-stampa-del-03122017/#0

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cosi_si_finanziala_fabbrica_delle_fake_news_la_nostra_risposta_al_quotidiano_la_repubblica/6_22354/