Hitler in Colombia?

Nel corso degli ultimi giorni la CIA e l’FBI, sotto richiesta di Trump, hanno desecretato diversi documenti riservati, i quali trattavano dell’omicidio JFK. Con questa grande impresa di declassificazione, è stato reso pubblico anche un documento riguardante un evento storico giudicato dai più come controverso: il suicidio di Hitler.

Infatti, negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, erano in circolo diverse voci sulla presunta sopravvivenza del Führer al conflitto, nonostante le dichiarazioni dei sovietici che dichiaravano di possedere alcuni resti del dittatore tedesco (nel 2009 uno studioso americano, Nick Bellantoni, provò che non appartenevano al leader tedesco).

Ma ciò non acquietò le idee “complottiste” sulla fuga hitleriana in Sud America, concetti alimentati dal ritrovamento di gerarchi nazisti in Argentina, in quegli anni guidata da Péron. Ma facciamo un passo indietro.

La storiografia ufficiale afferma che Adolf Hitler sia morto suicida nel proprio bunker, subito dopo aver ucciso la sua neo-moglie Eva Braun. Le sue guardie del corpo avevano l’ordine di bruciare i resti, compito che portarono a termine efficacemente. Pochissimi gerarchi riuscirono a sopravvivere e/o fuggire: la maggior parte fu giustiziata durante il processo di Norimberga, allestito dalle forze Alleate vincitrici del secondo conflitto mondiale; altri nazisti, sopratutto scienziati e ingegneri, furono reclutati dagli Stati Uniti e dall’URSS al fine di migliorare i propri sistemi missilistici e portare avanti il progresso tecnologico; infine, alcuni ufficiali e membri delle SS riuscirono a riparare in America Latina, in quegli anni piena di governi i quali si rifacevano alle ideologie fasciste e naziste.

Il mito del IV° Reich in Sud America appassionò innumerevoli “complottisti” in Occidente, tanto che ci fu una grossa discussione in merito all’epoca, sebbene gli storici propendessero per la versione ufficiale. Oggi, con la pubblicazione di questo documento, è rinato il dibattito sulle effettive sorti di Hitler.

I principali media italiani hanno rilanciato la notizia cercando di far scalpore, mentre storici e semplici appassionati si sono messi al lavoro cercando di carpire più informazioni possibili. Il documento, redatto nel 1955 da un agente CIA il cui nome in codice era “Cimelody-3”, afferma che egli medesimo, messosi in contatto con un suo amico residente a Maracaibo, in Venezuela, è venuto a conoscenza della sopravvivenza di Hitler in Colombia grazie alle informazioni passate da un ex ufficiale delle SS, Paul Citröen.

Secondo il rapporto, Hitler avrebbe cambiato il cognome in Schrittelmayor, mantenendo però il nome di battesimo. Inoltre, con il file è allegata una foto la quale ritrae Citröen e Hitler assieme. Hitler però ha mantenuto lo stesso aspetto che aveva durante e prima della guerra, facendo aumentare i sospetti di un falso storico.

Nonostante queste due grandi incongruenze nel report di Cimelody-3, il dibattito tuttavia rimane ancora aperto, e probabilmente non otterremo mai la verità assoluta sulle ultime ore di Hitler.

(di Federico Gozzi)