Roma: ecco i dettagli sul palazzo occupato alla Magliana

Oltre 50 parabole satellitari in bella vista. Enorme giardino e spazioso parcheggio dove è possibile ammirare le decine di auto degli occupanti (uscendo sulla strada di fronte, al contrario, ci sono i parcheggi strapieni dei residenti della zona). Cavi della luce direttamente dalle finestre, allacciati abusivamente a qualche cabina.
Immagine panoramica dei cavi allacciati al palazzo
Immagine ravvicinata: i cavi forniscono energia agli occupanti, attaccati a una cabina di elettricità pubblica
Questa la situazione di uno stabile occupato a Roma, nei pressi di via della Magliana: un palazzo sotto osservazione da diverso tempo, inagibile e sotto sequestro, come si evince dal documento di Roma Capitale.

L’edificio è in realtà la ex scuola “8 marzo”, già al centro delle polemiche nel settembre 2016 per essere stato protagonista di alcuni episodi poco carini di racket: alcuni immigrati chiedevano pizzi di oltre 2mila euro per garantire l’ingresso in uno degli alloggi.

Il blogger Tommaso Longobardi ha prodotto un video minuzioso con tutti i dettagli più agghiaccianti di questa terribile realtà: “Intervistando qualche residente nei dintorni ho scoperto che i secchioni della spazzatura della via sono stati spostati davanti allo stabile dagli occupanti”, dice Tommaso. Che aggiunge: “Nello stabile c’è anche un orticello. Essendo un quartiere popolare, poi, nella strada principale stanno sfrattando molte famiglie italiane per difficoltà economiche.”

E non è tutto: all’ingresso ci sono cassette per lettere per ogni appartamento, e la corrispondenza arriva tranquillamente, come se i servizi postali non fossero a conoscenza della natura abusiva dello stabile.
Nel frattempo, i residenti del quartiere si chiedono, banalmente: ma chi paga le utenze a questa gente (300 persone, praticamente tutti stranieri), ormai stabilita nella costruzione da un decennio? Quanti di loro sono bisognosi, dal momento che si possono permettere automobili, televisori, pay tv, taxi, oltre che elettricità sottratta alla collettività?
(di Stelio Fergola)