Austria, vince Kurz: aumenta la pressione su Bruxelles

Secondo il filosofo francese, Alain De Benoist, Il legame che intercorre tra Ungheria ed Austria “ha evidenziato delle componenti dell’impero austro-ungarico nei confronti delle direttive europee, particolarmente a proposito dei migranti.”

È una verità incontestabile: attualmente i leader dell’Europa centro-orientale sembrano essere quelli con le idee più chiare su immigrazione, islam e terrorismo a differenza dei restanti, dove le “Imagine” strimpellate, le candele e i gessetti colorati per pulirsi la coscienza vanno di pari passo con gli affari milionari a Riad, il cui retaggio produce progetti di costruzione di moschee e “centri culturali” dove matura il germe dell’estremismo salafito-wahhabita.

Con la vittoria di ieri di Sebastian Kurz in Austria – al suo partito, l’ÖVP, sono andate il 31,6% di preferenze – il Gruppo Visegrad assumerà maggiore peso geopolitico, passando dalle parole ai fatti contro il centralismo di Bruxelles. Nell’ambito della Central European Defence Cooperation”(CEDC) avrà inizio quel piano militare, abbozzato nel meeting di Praga, che si attiverà nel caso di emergenza mobilitando gli eserciti congiunti per bloccare nuovi flussi di immigrati clandestini alle frontiere.

Inoltre, avrà funzione difensiva in caso di apertura della “rotta balcanica”, qualora saltasse l’accordo con la Turchia, o vi fossero difficoltà, da parte dell’Italia e della Slovenia, di controllare i propri confini. Tale documento della CEDC sancisce la nascita della prima struttura militare multinazionale istituita per contrastare ingenti ed insostenibili flussi migratori.

Un solido e pragmatico impianto di proposte e valori che cozza inevitabilmente con le misure proposte dall’UE, basate su corrispettivi di denaro a fronte dell’accoglienza di una quota di migranti, fallimentari sotto ogni punto di vista. Dopo le occasioni perse con Marine Le Pen in Francia e Geert Wilders in Olanda, una scossa positiva sta colpendo le istituzioni comunitarie, dando loro l’ennesimo segnale che così come sono sembrano destinate solamente al collasso e ad una sparizione in tempi brevi. Il tutto mentre Angela Merkel, con il parlamento della Bassa Sassonia perso in favore dell’SPD nella giornata di ieri, appare sempre più debole.

(di Davide Pellegrino)