Italiani contro l’immigrazione, ma il potere di persuasione delle élite è enorme

Il fatto che “solo” il 66% degli italiani sia contro l’immigrazione di massa (e fino a qualche anno fa ancora meno), come riporta anche il Giornale, riguardo un’ analisi del Laboratorio di Analisi Politiche dell’università di Siena, dà una precisa idea del clamoroso potere di indottrinamento che hanno questi signori, capaci davvero di fare il lavaggio del cervello a innocenti e inermi cittadini, con ogni mezzo e ogni risorsa a loro disponibile.

“È in atto un profondo cambiamento in Italia, notiamo un’inclinazione maggiore verso l’uso della forza. Il 34% degli italiani sarebbe d’accordo a inviare i nostri militari in Libia per ristabilire il controllo delle frontiere in loco, anche a costo di subire perdite”, dice Ettore Greco, vicepresidente vicario dello Iai.

Le migrazioni di massa non hanno nulla di naturale, niente di concepibile, per nessuna comunità che voglia vivere in pace. Una percentuale plausibile potrebbe essere il 99%, questa è la verità. Il restante 1%  potrebbe risiedere in chi ha dei disturbi forse di natura psicologica, percentuale sempre possibile in qualsiasi comunità e di cui non ci meravigliamo.

Non ha niente di naturale la perdita di controllo dei confini, il loro svuotamento, la loro inconsistenza giuridica, la perdita di valore della cittadinanza.

Ecco la chiave: il potere di indottrinamento di questi signori è riuscito ad espandere un atteggiamento psicologicamente disturbato a oltre il 30% dell’opinione pubblica. Penso sia plausibile paragonarlo, ragionando per assurdo, a convincere il 30% dei cittadini che regalare tutti i propri averi allo Stato rimanendo a piedi nudi per strada sia una cosa conveniente e magari anche giusta.

Azioni perpetrate nei modi più violenti e subdoli, basti pensare alla recente uscita di Andrea Camilleri sul razzismo degli italiani, sempreverde accusa quando si tratta di giudicare, dal alto del proprio benessere e della propria tranquilità, persone alle prese con una vita sempre più insicura, sempre più fragile, sempre meno garantita. Viltà, ipocrisia, snobismo. A questi signori non manca niente.

Ecco ciò che stanno promuovendo i progressisti: una società innaturale, imposta con la forza, con il ricatto morale, sul naturale diritto delle genti e dei popoli a sopravvivere, vivere in pace e magari prosperare autonomamente. Se la democrazia contasse davvero per questi signori, lo ius soli non sarebbe nemmeno in agenda, nemmeno si valuterebbe la sua discussione. E invece no: preferiscono continuare a fregarsene dei voleri della comunità di cui sostengono offensivamente di essere rappresentanti.

(di Stelio Fergola)