La strage di Las Vegas e quelle strane coincidenze che i media non vogliono dirvi

Il recente attentato avvenuto a Las Vegas è incredibilmente simile a un episodio avvenuto a Manila, precisamente quattro mesi fa. Il 2 giugno 2017 i casinò e gli hotel della catena Resorts World di Manila furono assaltati da un terrorista solitario, in un sospetto attacco dell’ISIS. Questo episodio è avvenuto esattamente quattro mesi prima della recente sparatoria di Las Vegas.

Le prime notizie da Manila riferivano che diversi attentatori stavano sparando sulla folla nel casinò e nell’area dell’hotel. Poco dopo l’attentato, l’ISIS ha reclamato la responsabilità dell’accaduto. La cosa non è stata considerata strana, visto che l’attentato è avvenuto poco dopo che l’ISIS aveva iniziato a muoversi nella città meridionale di Marawi, nelle Filippine. Durante l’assalto è scoppiato un incendio nel casinò.

Le indagini hanno rivelato che l’unico assalitore, un filippino di nome Jessie Javier Carlos, aveva agito per conto proprio. Non solo Carlos non aveva collegamenti con alcuna organizzazione terroristica, ma aveva enormi debiti causati dalla mania del gioco d’azzardo. Carlos indossava vestiti neri e una maschera, chiaro segno che l’attacco era premeditato. La sua furia omicida si è conclusa con 36 morti e oltre 70 feriti. Per contrasto, il recente attentato a Las Vegas compiuto dall’abitante del Nevada Stephen Paddock ha riportato 59 morti e oltre 500 feriti.

Ci sono alcune strane coincidenze tra l’attacco di Manila e quello di Las Vegas. In entrambi i casi degli abitanti locali hanno agito da soli in attacchi chiaramente premeditati; entrambi hanno avuto luogo in un hotel e casinò. A Manila la sparatoria è avvenuta in parte nel casinò e in parte nell’area dell’hotel, mentre a Las Vegas il killer ha sparato su un concerto all’aperto dalle finestre della sua camera d’albergo al Mandalay Bay. In entrambi i casi, l’ISIS ha dichiarato la responsabilità poco dopo gli avvenimenti, nonostante le autorità sia filippine che americane abbiano negato un coinvolgimento dell’organizzazione terroristica.

Entrambi i killer, oltretutto, non aderivano al profilo della classica recluta giovane e violenta dell’ISIS. Entrambi gli uomini avevano un lavoro fisso, ed entrambi avevano una dipendenza dal gioco d’azzardo, e il killer di Las Vegas era un cultore della musica country che si suonava al concerto sul quale ha aperto il fuoco. Similmente, entrambi lavoravano nel settore pubblico: Carlos era un esattore, Paddock lavorava per una compagnia che poi sarebbe diventata la Lockheed-Marin, uno dei maggiori fornitori della Difesa.

La morale di questa storia è che non solo l’ISIS è capace di lanciare false dichiarazioni per rilanciare il suo “brand” tra i suoi seguaci, ma sfrutta a proprio vantaggio degli episodi di terrorismo interno per promuovere la propria ideologia. Nel caso di Manila non c’erano motivazioni ideologiche e, per quanto ne sappiamo, nemmeno nel caso di Las Vegas: il sessantaquattrenne non aveva collegamenti con gruppi radicali. Mentre attendiamo maggiori informazioni sull’episodio di Las Vegas, non è improbabile che salteranno all’occhio altre coincidenze.

(da The Durand – Traduzione di Federico Bezzi)