La Russia che reagisce: l’espulsione dei diplomatici USA

L’espulsione dei 755 diplomatici statunitensi, attuata nella giornata di ieri da Vladimir Putin, è da inquadrare in una sorta di rivalsa di Mosca nei confronti dell’amministrazione Trump per non aver posto rimedio alla “simile” decisione di Barack Obama, nel dicembre del 2016, di espellere 35 diplomatici russi e confiscare relative pertinenze quale “punizione” per le presunte ingerenze durante le elezioni presidenziali dell’08 novembre 2016.

Siamo davanti ad una certezza; dopo la rimozione di Steve Bannon dal Consiglio di Sicurezza Nazionale e le dimissioni “forzate” di Michael Flynn per i suoi contatti avuti con ambasciatori della Federazione Russa durante il periodo di transizione, Donald Trump è ormai ufficialmente commissariato, per quanto concerne la politica estera, dalla componente neo-con bipartisan interna al Congresso e al deep state.

Aver firmato il nuovo pacchetto di sanzioni, infatti, gli concede la totale impossibilità di rimuoverle in un futuro prossimo e questo significa, di fatto, venir meno alle promesse isolazioniste e di un’inaugurazione di una realtà multipolare sbandierate sia durante la campagna elettorale che nel discorso di insediamento, il 20 gennaio 2017.

Lo scopo di queste misure punitive è chiaro; oltre ad alimentare la propaganda di guerra russofoba in un’ottica di mantenimento dell’unipolarismo egemone su scala globale, si mira a stroncare ancora di più le sinergie economiche tra l’Unione Europea e il Cremlino.

Si avrà, probabilmente, l’interruzione del progetto North Stream 2 con la Gazprom in favore dell’esportazione di gas naturale liquefatto statunitense e, soprattutto, la totale subordinazione delle imprese europee alla legislazione di Washington qualora dovessero decidere cooperare con la Russia nel settore metallurgico, minerario, energetico e dei trasporti.

È l’ennesima dimostrazione di quanto gli USA non abbiano alleati, ma solo interessi ai quali i valvassori e i valvassini di Bruxelles devono supinamente accodarsi.

(di Davide Pellegrino)